Un incidente di percorso. Il giorno dopo la prima sconfitta in campionato il Catanzaro è rientrato in Calabria senza tanti dubbi, con certezze immutate in classifica (il vantaggio di +10 è rassicurante) e un giusto un minimo di amarezza per l’imbattibilità perduta dopo 27 gare. Niente di preoccupante considerando la prestazione dei giallorossi: sono mancate lucidità sotto porta, anche la fortuna che non guasta mai (vedi la traversa colpita da Ghion subito dopo lo svantaggio), magari negli scontri uno contro uno la Viterbese si è dimostrata un pizzico più brillante o furba (come sul gol di Riggio, riuscito a imporsi nel corpo a corpo con Brighenti), ma in quella situazione i blocchi avversari in area erano quantomeno ai limiti del regolamento e, in generale, la partita l’hanno governata i giallorossi dettando i ritmi e costruendo occasioni. Gol a parte, Fulignati non è mai stato impensierito. L’impressione avuta dagli oltre 1.000 sostenitori giallorossi distribuiti fra la curva ospiti e la tribuna del “Rocchi” – che a fine gara hanno applaudito Martinelli e compagni – è corroborata dai dati (elaborati da Wyscout). In campionato il Catanzaro non aveva mai tirato così tanto: 21 conclusioni complessive, una in più della gara contro la Gelbison dello scorso novembre. Il problema è che alla quantità non è corrisposta altrettanta precisione, perché fra i pali della Viterbese sono arrivati appena quattro tiri, cioè il 19 percento del totale, terzo peggior riferimento stagionale dopo le partite – vinte 1-0 – contro il Taranto al “Ceravolo” e il Monopoli in trasferta, altre due avversarie che hanno piazzato il classico autobus davanti alla porta come hanno fatto i laziali. Pure il possesso palla superiore al 72% e i 30 cross scodellati verso l’area avversaria sono stati i più alti fino a questo momento, con i traversoni (spesso dalla trequarti, il più delle volte imprecisi) che sono stati il sintomo delle difficoltà della squadra nel trovare varchi palla a terra, soprattutto negli ultimi 20-25 metri. Sul piano difensivo la Viterbese è stata brava a usare le armi a sua disposizione: abbozzava la pressione alta sull’impostazione bassa del Catanzaro, ma poi ripiegava velocemente all’indietro, compattando i reparti, non appena i giallorossi ne uscivano. E dall’altro lato provava a ripartire con lanci lunghi sulle punte Marotta e Jallow che hanno almeno avuto il merito di impegnare i tre centrali giallorossi. Difesa e contropiede, efficaci anche se non raffinati. Poi, quando il muro ha mostrato le crepe (tiro di Sounas nel primo tempo, incornata di Iemmello nel secondo su punizione) hanno ringraziato la reattività del portiere Bisogno, la traversa (sul destro al volo di Ghion), la leggera imprecisione di Brighenti (palla uscita di un nulla su colpo di testa in seguito a un corner) o il periodo no di Biasci, che ha mandato alle stelle un tap in. Domenica, al “Ceravolo” con il Monopoli, l’opportunità del riscatto anche senza Brighenti e Vivarini, che oggi verranno squalificati per un turno.