La trattativa per il rinnovo di Vincenzo Vivarini sta per entrare nella sua fase più calda. L’intenzione del club e dell’allenatore è sempre la stessa: continuare insieme dopo un anno e mezzo ricco di soddisfazioni e successi. Le basi per raggiungere l’intesa sono buone: non ci sarebbero distanze sul fronte economico (punto di partenza fondamentale), né divergenze sulla durata del vincolo, che in caso di fumata bianca sarà biennale, quindi fino al 30 giugno 2025. Nei prossimi giorni o settimane andranno tuttavia individuati i punti di incontro su altri aspetti non secondari sui quali si starebbero soffermando le richieste dell’allenatore, in particolare riguardo ad alcune garanzie sulla programmazione a medio termine e, ovviamente, pure sull’operatività di mercato. Per questi motivi non si può dare con assoluta sicurezza la prosecuzione del rapporto (nel calcio succede sempre di tutto), però qualche punto cardinale c’è e va preso in seria considerazione. Per il resto, bisognerà lavorarci su e in questo senso il presidente Noto – soprattutto lui – ha cominciato a farlo. Gli abbracci che il patron e il tecnico si sono scambiati nella gara promozione di Salerno e, la settimana successiva, dopo la sfida con il Pescara, sono stati un segnale eloquente e importante perché ripetuto. Lo stesso presidente, nell’intervista rilasciata a Gazzetta del Sud giusto ieri, ha lasciato intendere che conta di iniziare a breve i briefing di mercato in vista della prossima stagione con i direttori Foresti e Magalini e, ovviamente, Vivarini. Che fino a questo momento è l’allenatore con la media punti più alta nella storia del Catanzaro, è stato capace di stravincere un torneo facendo esprimere alla squadra un gioco bello e non solo efficace, ha valorizzato giocatori in serie (da Bayeye a Ghion), impennato il rendimento di Vandeputte e recuperato calciatori come Iemmello e Biasci, che prima di Catanzaro erano stati bloccati in esperienze negative e scarsamente produttive. Non bastassero i risultati, a favore della conferma del coach abruzzese giocano anche altre considerazioni. Il discorso tecnico, per esempio, con una squadra costruita seguendo le sue indicazioni: i calciatori conoscono ed eseguono a memoria ciò che chiede e molti di loro rimarranno anche l’anno prossimo, senza dimenticare il modo in cui ha saputo gestire uno spogliatoio pieno di qualità e carico di esperienze (nessuno, fra chi è stato impiegato meno), ha mai espresso parole fuori posto. Il discorso ambientale vale quasi quanto quello tecnico, con una tifoseria conquistata dal cinquantasettenne con cui ha costruito un rapporto diretto, franco e pur sempre discreto. Nelle prossime settimane vedremo se tutti questi aspetti saranno sufficienti per arrivare al rinnovo oppure bisognerà pensare a una nuova guida tecnica.