La fascia passerà su un altro braccio. Le strade di Luca Martinelli e del Catanzaro sono destinate a separarsi. Dopo quattro stagioni intensissime, nelle quali il capitano ha provato tutto lo spettro di situazioni ed emozioni possibili, non c’è più spazio per viverne di nuove, nemmeno se portano la griffe accattivante della Serie B. Sarà una separazione indolore, nel senso che giocatore e società non sono ai ferri corti. Anzi, si lasceranno da buoni amici. Probabilmente non sarà pure una separazione immediata, perché il trentaquattrenne ha un contratto valido fino al 30 giugno 2024 (rinnovato lo scorso autunno) e deve ancora individuare una nuova sistemazione, ovviamente adatta a uno che per tre campionati di fila ha guidato la difesa meno battuta del girone C e, nell’ultimo torneo, è stato fra i leader di una squadra che ha asfaltato gli avversari.
Da questo punto di vista il Catania potrebbe essere la soluzione ideale, perché agli etnei Martinelli è sempre piaciuto e, tra l’altro, era andato vicinissimo a vestire quella maglia nell’estate 2019, quando poi preferì accettare la proposta dei giallorossi (con l’allora ds Pasquale Logiudice). Scelta azzeccata per entrambe le parti, anche se è servito più tempo del previsto per raccogliere i dividendi.
Nel suo lungo periodo sui Tre colli Martinelli è passato, insieme alla squadra, in mezzo a tutto e il suo contrario: la contestazione nella prima, deludente annata - a livello individuale e generale -, quindi una fase (luglio 2020) da separato in casa e fuori rosa, a un passo dall’addio, fino alla ricomposizione della frattura, un rapporto rinsaldato, la fascia da capitano prima condivisa con Corapi, poi da solo, infine il ruolo di guida per i compagni.
Con Calabro in panchina, Martinelli ha ritrovato centralità e prestazioni all’altezza delle aspettative formando un trio perfetto con Fazio e Scognamillo. Poi è cresciuto ulteriormente, da centrale di destra ideale per Vivarini, un regista arretrato dai piedi educati il giusto per il gioco di possesso e dominio impostato dal tecnico abruzzese. Quella del Catanzaro, in queste quattro stagioni, è diventata la maglia più indossata in carriera dal difensore milanese: oltre 130 presenze e otto gol (tra l’altro sempre molto belli, quasi tutti di testa), che è pure il giocatore con la più lunga militanza della presidenza Noto. A questo, va aggiunto il contesto ambientale, cioè l’amore reciproco sbocciato con i tifosi: dopo un inizio stentato è diventato un idolo della “Capraro”, che ne ha apprezzato carisma e polso da capitano vero (e gli ha dedicato un coro).
Insomma, Martinelli si è guadagnato il titolo di bandiera non solo perché, essendo stato tesserato per quattro anni, potrebbe restare in B proprio come “giocatore bandiera” (slot che a questo punto rimarrà vuoto), quindi senza occupare posti da over. Se l’è meritato per il rendimento nel gioco e il modo di indossare la fascia al braccio, concretamente in partita e, idealmente, negli allenamenti e nello spogliatoio. Luca è stato il protagonista di una bella storia che forse è giusto finisca nel modo migliore: con il trionfo e il pianto di gioia all’Arechi di Salerno.
Palanca cittadino onorario. Il 21 agosto, in occasione dei suoi 70 anni, il Comune conferirà la cittadinanza onoraria a Massimo Palanca.
Catanzaro, Martinelli non resterà. La fascia passerà in un altro braccio
Decisione condivisa tra le parti, potrebbe andare a Catania
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