Se qualcuno pensa che il Cittadella in casa sia soltanto una parentesi tutto sommato semplice fra le trasferte di Bari e Genova, gli basta leggere con attenzione le parole di Vivarini alla vigilia: «I veneti sono una realtà particolare della serie B, da anni fanno lo stesso calcio con accanimento, passione, attenzione ai particolari, così spendono pochissimo e sono sempre competitivi grazie a giocatori funzionali al loro progetto tattico». Traduzione: stasera è annunciata battaglia perché l’avversario è più abituato del Catanzaro alla categoria e venendo da una sconfitta interna con il Como è lecito aspettarselo con il coltello fra i denti: «Il ko ci può stare, ma sono capaci di riscattarsi e venirci a pressare per 90 minuti». I giallorossi hanno qualche assenza obbligata: Vivarini è il primo, squalificato come Miranda, Pompetti è l’ultimo, bloccato da un affaticamento. Comunque rientrano Krajnc e Oliveri, uno titolare, l’altro dalla panchina perché è difficile soffiare il posto a Katseris o Sounas dopo la prova di Bari. «È la seconda gara in una settimana, ma in genere i cambi si fanno per la terza, in questa penso che avremo le solite energie». Qualche variazione in formazione è scontata: Ghion di nuovo in regia, per esempio, e magari anche Iemmello in attacco. Pure sul piano tattico, naturalmente, perché il Cittadella gioca diversamente dal Bari: «Abbiamo modificato alcune situazioni e ho visto la squadra molto concentrata e attenta. Abbiamo grande rispetto per gli avversari, che hanno idee chiarissime in fase di possesso, che svolgono con grande efficacia e attenzione, però per noi è importante fare risultato, adesso bisogna fare punti il più possibile e far crescere il più possibile i ragazzi». È un percorso, quello del Catanzaro, ancora lontano dal suo punto di approdo. È questa la spiegazione dei dati che risaltano di più insieme all’ottima classifica, cioè il secondo miglior attacco e la seconda peggior difesa: «Siamo una squadra molto giovane, gli obiettivi che abbiamo sono chiari, prendiamo gol perché abbiamo avversari molto più forti dell’anno scorso e noi siamo gli stessi di un anno fa, per questo dico che dobbiamo avere la capacità di fare crescere i nostri giovani: i campionati poi si decidono nel girone di ritorno». Ancora Vivarini, a rafforzare il concetto: «I gol che prendiamo sono ingenuità, ci manca quel qualcosa in più di cui l’anno scorso non c’era bisogno. Anche a Bari erano evitabilissimi, quindi lavoriamo per cercare di diventare molto solidi. Se si parte con giocatori da valorizzare e crescere, è normale ci siano carenze». Aquile disegnate con il 4-4-2, ormai diventato un must della stagione, Scognamillo e Brighenti al centro della difesa, Verna in mediana, Vandeputte e Biasci (favorito su Donnarumma) più su, a comporre il tandem che partendo da sinistra può creare superiorità e occasioni. Dall’altra parte ci penserà la coppia greca. «Mi dispiace non esserci? L’arbitro a fine partita è venuto quasi a chiedermi scusa. E tanto c’è Milani», ha chiuso sorridendo il coach. Quando ha lasciato la panchina al vice, il Catanzaro ha sempre vinto. Il “Ceravolo” (già sicuri quasi 9mila tifosi) spingerà per continuare la striscia.