Impossibile annoiarsi. La sfida fra Parma e Catanzaro sarà soprattutto il duello fra gli (atipici) tridenti. Iemmello, Biasci e Vandeputte nella tana di Man, Benedyczak e Bernabè (che attaccante non è). Sono i frontman di due dei migliori attacchi del torneo, il quarto contro il primo (47 gol i calabresi, 57 gli emiliani), gli uomini in copertina di due squadre che vanno fortissimo perché sanno esaltare – con il collettivo e il gioco – le individualità che fanno la differenza.
Il tris di stelle di Vivarini ha lo stesso bottino del trio magico di Pecchia: insieme fanno 27 reti da una parte e 27 dall’altra. Iemmello e Man sono i cannonieri: 11 centri a testa. Benedyczak ne ha uno in più dei nove di Biasci, Vandeputte a sette guarda dall’alto i sei del gioiello spagnolo degli emiliani. Una differenza? I tre del Parma hanno colpito otto volte su rigore, quelli del Catanzaro una sola. Un’altra? La capolista ha trovato più risorse dagli attaccanti e dagli esterni di scorta (13 gol fra Colak, Charpentier, Partipilo, Mihaila) oltre ai tre sigilli di Bonny, suo centravanti titolare (che centravanti non è), che ha aggiunto anche sei assist (Vandeputte ne ha nove, Iemmello quattro).
Il Parma è l’eccellenza della B non soltanto perché è in cima dalla prima giornata. Comanda o è fra le prime in una serie di indicatori decisivi (dati Opta): è secondo per numero di conclusioni (418), primo per gol nel primo tempo e nei primi 15 minuti (rispettivamente 26 e 12), secondo per realizzazione (19%) e tiri nello specchio (51%), quarto per gol nell’ultimo quarto d’ora (13).
Il Catanzaro non teme il confronto perché bilancia le poche conclusioni (333, diciottesimo in graduatoria) con il più alto dato di tiri nello specchio (53%) e il secondo di realizzazione (19%, come il Parma), cui aggiunge una realizzazione di chiare occasioni da gol vicino alla metà (49%, quarto in classifica). E ancora, solo il Palermo (17 volte) ha segnato di testa più delle Aquile (10). Che andranno a giocarsela.
Il tecnico abruzzese ha ancora dubbi da sciogliere in ogni reparto: D’Andrea è recuperato, ma riuscirà a spuntarla su uno fra Sounas e Brignola? Conviene scegliere dall’inizio Biasci o rilanciare Ambrosino? In mezzo è meglio l’applicazione di Verna o il dinamismo di Pompetti?
E dietro si può recuperare Brighenti (che anche ieri non ha partecipato all’allenamento allo stadio) o toccherà a Scognamillo affiancare Antonini al centro? Di sicuro, non lascerà quegli spazi alle proprie spalle nei quali, all’andata, il Parma ha fatto il bello e il cattivo tempo. Di sicuro cercherà contromisure sulle fasce (quando si accende Man sono guai) e per vie centrali. Come? Difendendo di squadra: sa farlo bene. La capolista ha la seconda miglior difesa del torneo (30 reti subite, di cui appena cinque negli ultimi 15’), ma il Catanzaro ha già dimostrato di possedere una dote preziosa: soffrire e tenere botta. E poi in porta ha Fulignati, imbattuto in otto gare, che vale il collega avversario Chichizola (nove “clean sheet”): non sarà una giornata tranquilla per nessuno dei due.
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