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Una scuola Notarile e di Magistratura intitolata a Livatino: l'inaugurazione a Catanzaro

Anche la Calabria ed il Meridione tutto possono ora contare su una nuova Scuola Notarile e di Magistratura di alta caratura. Ha appena inaugurato a Catanzaro, difatti, la Scuola Notarile e di Magistratura della Fondazione Astrea, intitolata al compianto giudice Rosario Livatino, esempio di rettitudine morale per i giovani e per l’intero Paese, “martire della giustizia e indirettamente della fede”, come lo definì Giovanni Paolo II.

Alla cerimonia di inaugurazione, lo scorso venerdì, erano presenti in gran numero magistrati, notai, avvocati, giornalisti, futuri studenti. Una platea variegata in quanto la serata inaugurale è stata anche l’occasione per discutere di “Rapporti tra società civile, politica, mondo dell’informazione e professioni legali”, una tavola rotonda valida come evento di formazione professionale per l’Ordine dei Giornalisti e quello degli Avvocati di Catanzaro.

Al convegno, moderato da Giuseppe Soluri, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, sono intervenuti qualificati relatori. «Vogliamo portare anche qui in Calabria una formazione d’eccellenza, obiettivo importante da condividere appieno con i nostri allievi - ha aperto così i lavori Manlio Caruso, presidente di Fondazione Astrea, che ha poi condiviso alcuni passi del discorso di Livatino “Il ruolo del giudice nella società che cambia”.

«L’indipendenza del giudice - ha detto ancora Caruso, parafrasando Livatino- non è solo nella propria coscienza, nella incessante libertà morale, nella fedeltà ai principi, nella sua capacità di sacrifizio, nella sua conoscenza tecnica, nella sua esperienza, nella chiarezza e linearità delle sue decisioni, ma anche nella sua moralità, nella trasparenza della sua condotta anche fuori delle mura del suo ufficio, nella normalità delle sue relazioni e delle sue manifestazioni nella vita sociale, nella scelta delle sue amicizie, nella sua indisponibilità ad iniziative e ad affari, tuttoché consentiti ma rischiosi, nella rinunzia ad ogni desiderio di incarichi e prebende, specie in settori che, per loro natura o per le implicazioni che comportano, possono produrre il germe della contaminazione ed il pericolo della interferenza; l’indipendenza del giudice è infine nella sua credibilità, che riesce a conquistare nel travaglio delle sue decisioni ed in ogni momento della sua attività».

Sono poi intervenuti Agazio Loiero, già presidente della Regione Calabria; Arturo Bova, presidente Commissione regionale contro la 'ndrangheta; Nicola Durante, presidente della seconda sezione del Tar Calabria; Teresa Chiodo, presidente del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro; Francesco Pullano, segretario dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro; Filippo Veltri, giornalista; Tommasina Lucchetti, vicepresidente della Camera di commercio di Catanzaro; Aldo Ferrara, presidente di Confindustria Catanzaro; Serenella Pesarin, vicepresidente Fondazione Astrea, già direttore generale Ministero della Giustizia.

Al tavolo dei relatori, Rocco Guglielmo, notaio in Catanzaro; Paolo Falzea, docente di Diritto Costituzionale Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro; Andrea Lollo, docente di Giustizia Costituzionale all’Università degli Studi “Magna Graecia”. L’argomento, molto vasto e ricco di spunti di riflessione, è stato affrontato da diversi punti di vista, mettendo a confronto le singole professioni legali con i propri obblighi deontologici nel rapporto coi media e con la società tutta.

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