Trent'anni di carcere. Questa la richiesta avanzata dal pm Olimpia Anzalone a carico di Gaetano Muller, 19 anni di Sorianello, accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione. Il giovane (difeso dagli avvocati Vincenzo Galeota e Giuseppe Di Renzo) ha chiesto e ottenuto d'essere processato con il rito abbreviato e il processo è in corso davanti al gup di Vibo, Giulio De Gregorio. Secondo l'accusa avrebbe colpito con un fendente al fianco il cugino Bruno Lazzaro, deceduto poco dopo in seguito alla coltellata, per motivi di gelosia. Delitto consumato il 4 marzo dello scorso anno in località "Savini". Nel corso della precedente udienza Muller, rispondendo alle domande del pm, aveva fornito una versione diversa dei fatti rispetto a quanto dichiarato nell'immediatezza dell'omicidio. In pratica durante l'esame del pm il giovane si sarebbe assunto la responsabilità di quanto accaduto, sottolineando e ribadendo però di aver colpito il cugino Bruno Lazzaro in un attacco di collera ma senza alcuna intenzione di ferirlo a morte. Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, all'epoca condotta dai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e della Stazione di Soriano – con il coordinamento della Procura – Gaetano Muller avrebbe inferto una coltellata al cugino Bruno Lazzaro (colpito con un solo fendente all’addome) avendo egli intrapreso una relazione sentimentale con una minorenne del luogo – figlia di un boss della zona – che in precedenza era stata la ragazza di Muller. A queste risultanze giungevano lo scorso giugno gli investigatori che hanno da subito nutrito sospetti su Muller. E nel tardo pomeriggio dello scorso 4 marzo era stato proprio l’imputato a chiedere aiuto ai carabinieri dicendo che il cugino si era ferito con un “ferro”. A prestare soccorso a Bruno Lazzaro erano stati i militari e il 118 ma il giovane, trovato già privo di coscienza, spirava dopo qualche ora all’ospedale di Vibo. In seguito a dare una svolta alle indagini era stato il contenuto del telefono cellulare della vittima rinvenuto sul luogo dove venne soccorsa. In particolare i whatsapp avrebbero consentito agli inquirenti di delineare il movente. Infatti pochi minuti prima dell’accoltellamento Bruno Lazzaro sarebbe stato messo in guardia dalla ragazza, ex fidanzata di Muller, la quale temeva per la sua incolumità visto che il 19enne era a conoscenza della loro relazione. Secondo quanto ricostruito dai militari Gaetano Muller avrebbe chiesto un incontro chiarificatore al cugino in località “Savini”. E nella zona teatro di numerosi agguati il confronto tra i due è degenerato sino alla coltellata inferta a Bruno Lazzaro si trovava all’esterno dell’autovettura. Parte civile nel processo Viola Inzillo, madre di Bruno Lazzaro (avvocato Nazzareno Latassa); il padre Giuseppe Lazzaro (avvocato Marcello Scarmato) e la sorella Azzurra Lazzaro (avvocato Latassa).