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A Serra San Bruno sfila la "naca" tra i fedeli assorti e commossi - Foto

Le note delle marce funebri, unite ai cori delle pie donne anche quest’anno si sono levate puntuali verso il cielo. Sullo sfondo, avvolta in una nutrita ala di folla, la “naca” su cui era adagiato il Cristo morto. Il sacro simulacro, è partito dalla chiesa dell’Addolorata e, attraversando le vie principali del paese, è giunto al Calvario. Qui la folla, in silenzio, è sprofondata in una profonda meditazione, mentre il predicatore sollecitava i fedeli a fare una riflessione sulla tragedia di quell’uomo che si è immolato per la salvezza dei peccatori.

Ma non c’era bisogno di sforzare molto la fantasia. La statua, adagiata sulla naca, non poteva rappresentare in modo più realistico l’aspetto del Cristo morto, deposto sul letto di morte subito dopo la sua Crocifissione. Sul viso e sulle piaghe delle mani e dei piedi era espresso nel modo più significativo possibile tutto il dolore e la sofferenza del Salvatore. Il merito è stato sicuramente dell’artista che ha scolpito la statua, ma anche del priore della Confraternita a cui è toccato il compito di allestire la “naca”. Una tradizione centenaria che ogni anno puntualmente si rinnova e riaccende gli animi dei fedeli di entusiasmo e di fede.

Gli addobbi e i decori che hanno reso bella la naca hanno esercitato anche quest’anno una particolare attrazione. Il bianco e il rosa, abbinati ad arte, hanno fatto bella mostra di sé, mettendo in risalto il corpo del Cristo, fregiato col sangue della Passione. L’arte della preparazione della naca ancora una volta si è mischiata con l’arte profusa dall’artista nell’esecuzione della statua. La perfetta armonia ha contribuito ad esaltare il cordoglio che invade i cuori di tutti i fedeli nel corso della Settimana Santa e a preparare nel modo migliore gli animi al giorno della resurrezione.

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