Il Covid 19 rischia di mettere definitivamente in ginocchio la flotta peschereccia di Tropea la quale, da quando è scoppiata la pandemia, si muove sempre meno dagli ormeggi portuali. Sono circa 40 i piccoli “armatori” che posseggono un’imbarcazione dedita a questa attività. Ottanta, invece, le famiglie che ruotano attorno alla pesca. Le difficoltà del difficile momento storico, che sta attraversando l’intero Paese, sono stampate sui volti dei pescatori che ogni mattina all’alba affollano l’area portuale per svolgere piccoli lavori di manutenzione delle reti e delle imbarcazioni. «Siamo in grave difficoltà – ha tagliato corto Luigi Marzolo e Salvatore Marchese –. Sulle nostre spalle gravano decine di famiglie che vivono di questo lavoro. Abbiamo una grande responsabilità per cui se le nostre barche restano ferme non si guadagna neanche il necessario per vivere. Da sempre siamo dediti alla pesca del pesce azzurro e da zuppa. Un pescato povero i cui ricavi delle vendita non sono particolarmente lucrosi. Adesso – ha aggiunto – la mazzata pandemica ci ha rovinati. Abbiamo difficoltà persino ad accendere i motori delle nostre imbarcazioni perché il gasolio costa e parecchio. Ogni mese abbiamo spese da sostenere. Se non abbiamo entrate i soldi non sappiamo dove andarli a prendere Ci aiutino lo Stato e la Regione». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro