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Crotone, spaccio nel rione rom: 19 condanne

La sentenza del gup nei confronti della presunta organizzazione di trafficanti colpita dall’operazione “Acquamala”

Poco più di 150 anni di reclusione. Pesa come un macigno la sentenza del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Barbara Saccà, che ieri pomeriggio ha inflitto diciannove condanne per quasi un secolo e mezzo di carcere e disposto tre assoluzioni nei confronti dei componenti e fiancheggiatori della presunta banda di etnia rom che avrebbe spacciato cocaina, eroina e marijuana anche davanti alle scuole di Crotone, utilizzando, a volte, dei pusher bambini. Così è finito che quelli che hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato, il primo grado del procedimento scaturito dall’inchiesta “Acquamala” coordinata dalla Procura distrettuale e condotta dai carabinieri. Le pene più alte sono state disposte per Cosimo Passalacqua detto “Palaiò”, condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione ma primi di lui per Cosimo Manetta (del 1965) e Nicola Manetta (del 1987), entrambi condannati a 20 anni di detenzione ciascuno. Sono stati invece scagionati da tutte le accuse loro contestate, Cosimino Abbruzzese, detto “Tubo” (la Dda aveva proposto 10 anni di carcere), Domenico Luccisano (chiesti 6 anni) e Gregorio Scumaci (per il quale era stata sollecitata l’assoluzione). A rappresentare l’accusa davanti al giudice dell’udienza preliminare è stato il pubblico ministero della Procura antimafia di Catanzaro, Paolo Sirleo. Il sostituto procuratore della Dda, lo scorso 7 ottobre al termine della sua requisitoria aveva chiesto al gup venti condanne per complessivi 206 anni e 8 mesi di detenzione.

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