Truffa aggravata e falso, per queste accuse la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 persone coinvolte nell’inchiesta Gettonopoli. La richiesta inviata al gip riguarda i consiglieri comunali Andrea Amendola, Tommaso Brutto (ora agli arresti domiciliari per un’altra indagine), Enrico Consolante, Sergio Costanzo, Giovanni Merante, Libero Notarangelo (dimessosi dopo l’avviso di garanzia) e Antonio Triffiletti. Chiesto il processo anche per cinque imprenditori Carmelo Coluccio, Antonio Amendola, Elzbieta Musielak, Sabrina Scarfone e Salvatore La Rosa. Adesso bisognerà attendere che l’ufficio gip fissi la data per l’inizio dell’udienza preliminare.
False assunzioni
Il pm Pasquale Mandolfino contesta la truffa aggravata ai 4 consiglieri Consolante, Costanzo, Amendola e Brutto, e ai 5 imprenditori. Secondo l’accusa i titolari delle aziende e i consiglieri si sarebbero accordati per assunzioni solo «fittizie» procurandosi così «con artifizi o raggiri ingiusti profitti» per decine di migliaia di euro. Il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali prevede infatti che l’amministrazione locale, su richiesta documentata del datore di lavoro, sia «tenuta a rimborsare quanto dallo stesso corrisposto, per retribuzioni ed assicurazioni, per le ore o giornate di effettiva assenza del lavoratore». Gli accertamenti dei carabinieri della sezione di pg, guidata dal maggiore Gerardo Lardieri, però avrebbero dimostrato che i quattro consiglieri non «svolgevano alcuna prestazione effettiva per l'impresa». La loro assunzione sarebbe stata solo sulla carta. In totale le quattro assunzioni sarebbero costate al Comune di Catanzaro oltre 250mila euro. Più in particolare, a Tommaso Brutto, poi coinvolto nell’inchiesta Basso profilo, viene contestata la cifra di 103.160,34 euro; ad Andrea Amendola ex dipendente dell’azienda del fratello 46.190,46 euro; ad Enrico Consolante 23.197,47 euro; a Sergio Costanzo, dipendente dello Zoomarket, 78.749,00 euro.
I gettoni
Tutti e sette i consiglieri devono invece rispondere di truffa aggravata e uso di atto falso. Secondo la Procura grazie alle false verbalizzazioni relative allo svolgimento delle sedute di commissione consiliare «si procuravano l'ingiusto profitto, consistito nel versamento a loro favore da parte del Comune dei cosiddetti “gettoni di presenza” per la loro partecipazione alle riunioni». Per i soli mesi di novembre e dicembre del 2018 avrebbero ricevuto gettoni non dovuti, Amendola per 875,16 euro, Brutto 192,60 euro, Consolante 1224,54 euro, Costanzo 1001,51, Merante 154,08, Notartangelo 289,26 euro e Triffiletti 577,80 euro.