"Capusuttiamo Lamezia! - sostieni il teatro sociale in città". È questo il nome dato al crowdfunding su "produzioni dal basso" dai ragazzi di "Capusutta" gruppo di teatro nato in città nel 2011. Lo annunciano con entusiasmo e speranza sulla pagina facebook di Capusutta insieme a una serie di informazioni che riguardano la raccolta fondi, utili ad autofinanziare il progetto, con alcuni cenni storici che delineano l'identità di questo teatro sociale. L'obiettivo da raggiungere, in termini monetari, è di 10 mila euro. In un momento di forte spaesamento identitario, in una città colpita da più scioglimenti per mafia, diventa fondamentale investire in arte e cultura quali filtri attraverso cui ricostruire un presente frammentato, andato in malora. Interessante l’obiettivo dell’inclusione laddove la periferia diventa centro di aggregazione, di risorse umane, di arricchimento culturale. Il teatro quale strumento di cambiamento delle coscienze, strada che allontana dalla strada e dalla cultura del malaffare, e che avvicina i giovani “al fresco profumo di libertà allontanandoli dal puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” come affermava il giudice Paolo Borsellino. “Parte il crowdfunding di Capusutta, una raccolta fondi, operata tramite la vendita di opere d'arte regalateci da tre artisti lametini, che si pone l'obiettivo di racimolare un po' di soldi per il laboratorio teatrale che ci auguriamo si possa dare nell'estate 2022 – scrivono – Ciò di cui abbiamo bisogno e che chiamiamo oggi a gran voce è la solidarietà di tutti coloro che sono stati infuocati dalla fiamma del teatro, dalla scintilla nata tra gli/le asinelli/e e i classici greci, e non solo, che abbiamo messo in scena dal 2011 ad adesso. Facciamo appello a voi tutti, di spargere la voce, tra il nord, il sud, la luna, il mare, i monti e tra tutte le creature libere e felici che li popolano: Capusuttiamo Lamezia ancora e ancora”! Capusutta nasce nel 2011 per volere di Tano Grasso che, all’epoca, era Assessore alla Cultura a Lamezia Terme e con l’ausilio dell’Associazione “la Strada”. “Capusutta” (che significa letteralmente “a testa in giù”) è il più recente frutto di quell'albero dalle radici ormai profonde e feconde che è la “non scuola” teatrale di Marco Martinelli (Teatro delle Albe di Ravenna). A Lamezia Terme il laboratorio coinvolge, oltre che ragazzi delle scuole superiori, anche bambini della realtà rom lametina, ed è stato guidato dai ragazzi di “Punta Corsara”, compagnia teatrale che ha costituito uno dei più importanti sviluppi della “non scuola” napoletana. Il progetto, volto chiaramente all’integrazione, ha come obiettivo quello di far incontrare giovani studenti e bambini rom, e di farli avvicinare al mondo dei classici e del teatro. Gli artisti che sostengono il progetto sono Simona Ponzù Donato, G. Loois, Alba Statti.