Rifiuti speciali smaltiti nell'area industriale di Lamezia, altri 2 denunciati: sequestrati 2000 mq
Nell’ambito delle attività di indagine in materia di tutela ambientale e salvaguardia della salute pubblica i finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente ai Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale e Transizione Ecologica - NOE di Catanzaro, al Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia e alla Sezione P.G. – aliquota Ambiente della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, coordinati dal procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, e dal sostituto procuratore Marica Brucci, a seguito di minuziosi accertamenti eseguiti nell'area industriale Papa Benedetto XVI di Lamezia Terme, hanno denunciato due soggetti e sequestrato un'area illecitamente utilizzata come deposito e stoccaggio di rifiuti speciali. Le indagini eseguite hanno permesso di accertare che una nota azienda locale, specializzata nell’attività di recupero e smaltimento di pneumatici fuori uso, aveva trasformato un'area di proprietà, di circa 2.000 mq., in una vera e propria discarica non autorizzata. Nella suddetta area, sprovvista di pavimentazione, veniva rinvenuta un’enorme quantità di rifiuti speciali, di diversa natura, sparsi nel nudo terreno, tra cui diversi cassoni scarrabili contenenti pezzi di auto fuori uso, materiali in pvc, granuli fini di pneumatico commisto a frammenti di gomma, derivanti dal ciclo di lavorazione dell’azienda, oltre a varie attrezzature in ferro in disuso e diversi cumuli di cemento, materiale edile e bituminoso. Tali rifiuti, giacenti nella predetta area senza alcuna idonea protezione, erano esposti agli agenti atmosferici. Pertanto il conseguente pergolato, assorbito dal nudo terreno, avrebbe potuto inquinare le falde acquifere presenti in zona. Inoltre, a seguito di una verifica effettuata da personale tecnico dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, intervenuto alle operazioni, è stato accertato che l’azienda non aveva ottemperato a diverse prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrale Ambientale rilasciata dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, in quanto era stata riscontrata l’assenza di adeguate barriere di protezione ambientale e di sistemi di copertura delle aree adibite a deposito dei rifiuti, il mancato distanziamento dei cumuli dei rifiuti e il mancato rispetto dei limiti di altezza dei predetti nei piazzali esterni. Le attività d’indagine consentivano di accertare la responsabilità sia dell'Amministratore che del Responsabile Tecnico della società, per plurimi reati in materia ambientale, e di sottoporre a sequestro preventivo un'area di pertinenza, per una superficie complessiva di circa 2.000 mq.