Il fenomeno migratorio che interessa le coste ioniche delle Calabria e che nei primi mesi dell’anno sembrava assopito, si è ridestato con particolare intensità in questo mese, contrastato tuttavia da una efficace attività repressiva ove emerge nel suo ruolo di polizia del mare la componente aeronavale del Corpo della Guardia di Finanza, rappresentata in Calabria dal Reparto Aeronavale di Vibo Valentia nelle sue articolazioni operative collocate opportunamente lungo la costa regionale, che ha conseguito con incisività, la maggior parte dei risultati raggiunti contro i trafficanti a bordo delle imbarcazioni, e che opera in piena sinergia con le Capitanerie di Porto in mare, la Polizia di Stato e i Carabinieri a terra, senza contare i vari enti che, coordinati dalle prefetture, consentono una gestione efficiente dei migranti senza rischi per la cittadinanza. Se, in passato la maggior parte delle barche a vela mirava a spiaggiare lungo la costa, cercando di sgusciare fra le maglie del pattugliamento marittimo permettendo a trafficanti e migranti di disperdersi sul territorio, adesso le prassi che sembrano emergere da parte loro sono quella di simulare una situazione di emergenza in mare per sfuggire alle responsabilità penali legate all’introduzione di stranieri nel territorio italiano oppure trasbordare in alto mare i migranti da imbarcazioni più grandi a natanti più piccoli, per poi fuggire, così da replicare la remunerativa traversata. Tale evoluzione è stata immediatamente colta dagli operanti del Corpo della Guardia di Finanza che sono riusciti, a inizio mese, a intercettare un peschereccio in fuga dopo aver operato con tale modalità, arrestando sei trafficanti e sono efficacemente intervenuti in due altri eventi accaduti gli scorsi giorni, dimostrando che le richieste di soccorso a cui aveva doverosamente risposto la guardia costiera erano del tutto simulate, al fine di sfruttare come mezzo per arrivare in Italia le unità navali dello stato ed evitare l’accusa di immigrazione clandestina e introduzione di migranti sul territorio, arrestando complessivamente altri otto responsabili, fra cui due donne. Nella giornata di ieri tale tattica è stata nuovamente tentata dai facilitatori a bordo di due barche a vela che, i quali, giunti a una ventina di miglia marine dal litorale crotonese, avevano fatto pervenire ai numeri di pubblica utilità delle chiamate di soccorso. Le unità navali della Guardia di Finanza, stimati i punti di origine della chiamata sono piombate sulle imbarcazioni riscontrando che le condizioni di emergenza erano del tutto inesistenti e i dichiarati problemi a bordo delle barche erano frutto di cosciente sabotaggio in un caso e del tutto false nel secondo. La prima barca, fermata in acque di competenza nazionale da una vedetta della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, imbarcava 31 migranti fra cui 4 donne e 4 bambini migranti di nazionalità afgana, iraniana, irachena e siriana e 1 facilitatore privo di documenti, presumibilmente iracheno. I finanzieri, preso il controllo del natante, hanno risolto con perizia le provocate avarie e condotto sotto scorta l’imbarcazione sino al porto di Crotone, per mettere così a disposizione i trasportati agli organi sanitari e di accoglienza, procedendo a fermare e mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria, il responsabile. Nel secondo caso un pattugliatore del Gruppo Aeronavale di Taranto della Guardia di Finanza, rischierato nel porto crotonese a supporto del dispositivo di vigilanza regionale, ha intercettato a undici miglia dalla costa la seconda barca a vela, che, a dispetto delle invocazioni telefoniche in cui l’interlocutore sosteneva di avere bisogno di aiuto perché non poteva più muoversi in quanto priva di carburante, aveva continuato ad avvicinarsi alla costa, trovando a bordo 53 migranti di cui 5 donne e 4 bambini di provenienza iraniana, irachena e turca e 2 trafficanti turchi, anch’essi fermati. Malgrado gli stratagemmi ai quali cercano di ricorrere i facilitatori per aumentare le loro possibilità di sfuggire all’incriminazioni, la percentuale di successo dell’attività della Guardia di Finanza è ormai al di sopra del 90 per cento nei loro confronti e questi continui tentativi di trovare tattiche differenti dimostrano che l’attività di contrapposizione ha una sensibile efficacia dissuasiva. L’attività della Guardia di Finanza nel particolare settore non è rivolta contro il migrante, soggetto vulnerabile messo a rischio dai trafficanti stessi, quanto nei confronti di questi ultimi, al fine di contenere una modalità di traffico pericolosa per le persone e di ricondurre tutti i migranti che fanno ingresso nel territorio, soprattutto nel periodo di emergenza sanitaria tuttora in atto, in strutture in cui essi possano essere controllati e i gestiti in sicurezza. Dall’inizio del mese i finanzieri del ROAN di Vibo Valentia hanno arrestato 19 trafficanti, tuttora sottoposti a misure detentive, a cui si aggiungono i 3 di ieri.