Vibo Marina e i depositi dell’Eni coesistono ormai da circa mezzo secolo. Delocalizzazione e bonifica sono stati i “temi caldi” delle agende politiche di quasi tutte le amministrazioni comunali, che si sono succedute finora. Sono stati, altresì, i cavalli di battaglia di tanti candidati a sindaco. Ma, mentre da una parte c’era (e c’è) chi si spendeva (e si spende) per dare a Vibo Marina un volto diverso puntando sul trasferimento, dall’altra c’era (e c’è) invece chi si batteva (e si batte) per trarre profitto dalle cosiddette accise che ogni anno l’azienda versa nelle casse della Regione, senza che il Comune ne tragga alcun beneficio. Due scuole di pensiero che in realtà finora hanno prodotto poco o nulla per la cittadina costiera. Tra i pochi fondi, messi a disposizione della Regione, compaiono, infatti, quelli arrivati grazie alla legge 13/2005, su proposta dell’ex consigliere regionale Antonio Borrello. I soldi erano destinati al risanamento ambientale di Vibo Marina, danneggiata dal transito di automezzi diretti ai depositi di carburante.
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