Nelle prime ore di oggi, i carabinieri di Catanzaro e la Squadra mobile della Questura di Catanzaro - supportati in fase esecutiva del personale del Reparto Prevenzione Crimine e delle unità cinofile di Vibo Valentia, nonché da un elicottero del V Reparto Volo della Polizia di Stato e delle Squadre di Intervento Operativo del 14° Battaglione Carabinieri “Calabria” - hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di 21 soggetti, indagati, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, furto di armi, detenzione e porto abusivo di armi, estorsione e ricettazione. Sono destinatari della misura della detenzione in carcere n. 9 indagati, mentre altri 12 sono sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.
Doppia inchiesta
La misura cautelare scaturisce da due distinte attività investigative, condotte rispettivamente dall’Arma dei Carabinieri e l’altra dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, poi riunite in un'unica indagine per la concordanza di risultanze in ordine ai soggetti investigati e al contesto criminale di riferimento. In particolare, il grave quadro indiziario ha consentito di ipotizzare due organizzazioni criminali, con specifici ruoli assegnati ad ogni suo componente, quali gli elementi di vertice delle stesse, gli organizzatori degli approvvigionamenti e della distribuzione dello stupefacente anche al minuto, le vedette sul territorio, nonché i fornitori, con riferimento al fiorente mercato del traffico illecito delle sostanze stupefacenti, del tipo marijuana, hashish, cocaina e eroina, nell’area sud della Città di Catanzaro. Un contesto caratterizzato dalla presenza di due gruppi di etnia rom - uno riconducibile ai «Muntanaro» e l’altro ai «Diddi» - spesso in conflitto e in competizione tra di loro, ma capaci anche di allearsi e di collaborare quando uno dei due viveva un momento di difficoltà, dando vita a quello che gli investigatori hanno definito «una vera e propria sinergia delinquenziale». Organizzazioni «fastidiose, perché «condizionavano la vita quotidiana delle persone e controllavano interi quartieri di Catanzaro», le ha definite Gratteri. In tale contesto, i gravi elementi indiziari hanno permesso di ipotizzare i canali di approvvigionamento per entrambe le consorterie criminali; uno di tali canali era proveniente dalla Puglia, per il tramite di soggetti di origine albanese (uno dei quali attinto dalla misura cautelare odierna), oltre che da soggetti contigui ad una delle cosche operanti nel versante della costa ionica.
Il ruolo del collaboratore di giustizia
Le investigazioni sono state effettuate, oltre che con le attività di carattere tradizionale, con l’esame di collaboratori di giustizia, e con l’attivazione di presidii di natura tecnica, che hanno condotto a numerosi riscontri sul territorio, nel corsi dei quali sono state tratte in arresto in flagranza di reato n. 9 soggetti, e si è proceduto al sequestro di sostanza stupefacente del tipo marijuana e hashish, nonché cocaina, eroina e anfetamine.
Custodia in carcere
Marco Bevilacqua; Fabio Bevilacqua; Romina Veronica Di Cataldo; Cosimo Bevilacqua detto "Coccolino"; Gianluca Bevilacqua detto "Felice"; Francesca Martelli detta "Subaru"; Isa Garuja detto "Antonio"; Donato Bevilacqua detto "u Cecatu" o "occhiu stortu"; Marco Passalacqua.
Ai domiciliari
Silvana Pereloque Vecceloque; Mirko Bevilacqua; Antonietta Passalacqua; Mirko Passalacqua detto "u Zannutu"; Antonio Bevilacqua detto "Tonino"; Cosimo Passalacqua; Franco Passalacqua detto “u killer”; Graziella Passalacqua; Francesco Bevilacqua; Ubaldo Codamo; Stefano Bevilacqua; Luciano Abruzzese.