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Cimiteri di Vibo, nella frazione Triparni uno dei luoghi sacri più decadenti

Disastrose anche le condizioni dell’unica strada di accesso

“La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti”. È quasi d’obbligo la citazione di Foscolo per parlare delle condizioni in cui versano i cimiteri, ma ancor più le strade d’accesso.
Come da “copione” la pulizia dei viali principali viene eseguita solo in occasione della commemorazione dei defunti. Ma per i cittadini che settimanalmente si recano a trovare i loro cari non è sufficiente dare solo in superficie un volto dignitoso ai luoghi santi. Se, infatti, si percorrono i viali più interni, poco o nulla cambia. Da Vena a Triparni e da Bivona a Vibo non si può fare a meno di notare il degrado.
Triparni è uno dei camposanti più decadenti. La strada di accesso è impraticabile, buche e canneti rendono complicato tutto il percorso. Anche a Longobardi sembra ormai lontano il periodo in cui Renato Voci, custode del cimitero, dedicava intere giornate alla cura amorevole delle piante e dei viottoli.
Ancora peggio il camposanto di Bivona, sprovvisto di parcheggio, di strisce pedonali di attraversamento, di segnaletica verticale, di bagni pubblici. Le auto sfrecciano veloci con il rischio di mettere sotto qualche passante. La scalinata esterna non consente l’accesso ai disabili. All’interno i cornicioni si stanno frantumando e cadono in blocchi sui marciapiedi sconnessi. Nella parte rialzata le 34 lapidi dei migranti, sono senza nomi, senza un fiore. Poi decine di loculi mai assegnati. In fondo, nella zona più a Sud un’intera area mai completata.

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