Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 22 Novembre 2024

Appalti e materiale scadente in Calabria: dal ponte Morandi all'aeroporto di Lamezia. Gli Sgromo collegati alla cosca Iannazzo

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Secondo il Gip Paola Ciriaco, «non vi sono dubbi circa il fatto che le imprese dei fratelli Sgromo, ed in questo caso la Tank srl, di cui essi sono effettivi amministratori, venga utilizzata anche al fine di agevolare le cosche della zona, provvedendo essi a subappaltare parte dei lavori legittimamente aggiudicati grazie alla fittizia intestazione ad altri soggetti». Gli inquirenti collegano, inoltre, la ditta Sgromo all’imprenditore Antonio Gallo, arrestato nell’ambito dell’operazione «Basso Profilo» contro le cosche della 'ndrangheta che avrebbero gestito affari e rapporti politici nei territori a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone. Secondo gli inquirenti, dunque, emergerebbe come la «Sgromo Costruzioni risulti inserita tra le società che effettuavano dei pagamenti in favore di cartiere, da cui poi venivano prelevati e restituiti in contanti». Il nome dell’azienda sarebbe stato, infatti, ritrovato in una agenda sequestrata nell’ambito dell’inchiesta «Basso Profilo» che ha portato anche alla ricostruzione di alcuni movimenti bancari. Gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo sarebbero «un punto di riferimento per la cosca Iannazzo di Lamezia Terme», al punto da «subappaltare i lavori a imprese della cosca». L’analisi della Guardia di finanza che oggi ha portato a termine l’operazione «Brooklyn» sulla gestione di due importanti appalti pubblici, la manutenzione del ponte «Morandi» di Catanzaro e della superstrada dei «Due Mari» tra Catanzaro e Lamezia Terme, parte da questo assunto emerso dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ma anche da una serie di attività di inchiesta già note sia attraverso l’operazione «Basso Profilo» che con la maxi inchiesta «Scott Rinascita». Secondo il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, persino i lavori nell’aeroporto di Lamezia Terme sarebbero stati subappaltati alle ditte della cosca, insieme a diverse altre opere pubbliche effettuate nel comprensorio del Lametino. Pulice ribadisce che i fratelli Sgromo sono «persone da noi considerate intranee alla cosca e non persone da sottoporre a danneggiamenti». Ma il nome dell’impresa Sgromo era emerso sin dal 2012 nell’ambito dell’operazione «Imponimento» che faceva esplicito riferimento alla ditta quale fornitrice di calcestruzzo imposta dalle cosche, come evidenziato all’epoca dal collaboratore di giustizia Francesco Michienzi. Altra testimonianza è quella del collaboratore di giustizia Salvatore Danieli, secondo il quale i fratelli Sgromo sarebbero imprenditori

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