Oggi, più che in passato, quello della difesa del territorio è diventato “il problema dei problemi”. Infatti, il dissesto idrogeologico e l’insufficiente manutenzione ordinaria stanno mettendo a repentaglio la sicurezza di diversi nuclei abitativi. Da Longobardi a San Pietro, senza tralasciare le altre frazioni, un lungo filo rosso attraversa il territorio. Dopo l’alluvione del 2006 tutte le relazioni stilate da esperti della Protezione civile e da importanti geologi hanno evidenziato un grosso rischio per i piccoli paesi che sorgono ai piedi della collina, sulla quale si estende il centro urbano. La fragilità delle aree in questione anno dopo anno si sta amplificando fino a minacciare la convivenza civile. Tra le cause vanno evidenziate in primis l’eccessiva cementificazione e il rilascio di licenze edilizie in deroga in zone in cui non si sarebbe potuto edificare e in aggiunta le inadeguate politiche ambientali. Una situazione di pericoloso e degrado che si sta allargando a macchia d’olio. Dopo il cedimento del tratto iniziale della via Roma di Longobardi e il crollo dell’unica strada di accesso alla frazione di San Pietro, la situazione è peggiorata. Per San Pietro era stata disposta l’apertura di una stradina secondaria. Purtroppo, però, a causa del crollo di un muro anche questa via d’accesso si è resa inutilizzabile. Ieri mattina i residenti del piccolo borgo si sono ritrovati chiusi all’interno del perimetro in cui si estende la frazione. All’alba la piazza principale si è riempita di gente e la protesta è arrivata fino a palazzo “Luigi Razza”. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro