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Tragedia Fiumarella: 60 anni fa il disastro che causò 71 morti FOTO

Per tutti sono diventati «i ragazzi della Fiumarella», vittime di una delle più grandi tragedie ferroviarie nella storia d’Italia: l’incidente della Fiumarella di Catanzaro. Per loro il tempo si è fermato alle 7,45 del 23 dicembre 1961, quando il deragliamento del rimorchio del treno delle Ferrovie Calabro Lucane provocò la morte di 71 passeggeri, quasi tutti studenti pendolari che avrebbero dovuto raggiungere le scuole superiori di Catanzaro. Sessanta anni dopo la tragedia della Fiumarella è scritta nelle pagine di storia, anche se dimenticata da molti, oltre che nella sentenza giudiziaria che portò alla condanna del macchinista che, secondo le perizie, avrebbe affrontato una curva ad una velocità troppo sostenuta. La ferita provocata a tutto il territorio non si è mai rimarginata e ha colpito duramente una intera generazione.
L’età media delle vittime fu di 27 anni, trentasei di loro erano studenti e ben ventisette del paese di Decollatura. Secondo la ricostruzione e le perizie, il treno era composto da motrice e rimorchio e il deragliamento provocò la rottura del gancio di trazione con la motrice che si staccò dal convoglio e precipitò per 47 metri nel torrente sottostante, circa un’ora dopo la partenza dalla stazione di Soveria Mannelli, a pochi chilometri dall’arrivo in quella di Catanzaro. Pochi i superstiti, considerato che a bordo c'erano 99 persone. Di questi, 69 morirono sul colpo, 2 dopo il ricovero in ospedale e 28 riportarono ferite gravi.
La tragedia provocò polemiche e scambi di accuse. Il Governo nazionale revocò la concessione alla Mediterranea Calabro Lucane, chiudendo i collegamenti ferroviari tra Soveria Mannelli e Catanzaro per diversi anni e sostituendoli con il trasporto su gomma. A Decollatura, il paese in cui viveva la gran parte delle vittime, un monumento ricorda l’accaduto.

Associazione Ferrovie in Calabria

«Sessanta anni fa, alle porte di Catanzaro, avveniva il più grave deragliamento ferroviario della storia d'Italia: 71 vittime, quasi tutti studenti, che tragicamente perdevano la vita in quel lontano 23 dicembre 1961 a causa del deragliamento della rimorchiata Breda RA 1006 sul viadotto della Fiumarella, sotto il quale precipitava rovinosamente dopo un macabro salto di oltre 30 metri. Rimaneva sui binari l'automotrice M2 123, posta in testa al breve convoglio partito da Soveria Mannelli, attraverso la quale giungeva la prima disperata richiesta di soccorso alla stazione di Catanzaro Città. Una tragedia quasi dimenticata, ricordata in questi anni dal giovane storico e amico Giovanni Petronio : una memoria da conservare, per mai dimenticare le vittime di questo incidente che decimò un'intera generazione e annichilí l'intera Calabria, ma anche per cercare oggi di scrivere un nuovo capitolo di storia, positivo, relativamente al rilancio della rete ferroviaria a scartamento ridotto di Ferrovie della Calabria». È quanto si legge in una nota dell'associazione Ferrovie in Calabria. «Un patrimonio inestimabile il cui declino, con grave colpa della classe politica di 60 anni fa, iniziò proprio dopo la tragedia della Fiumarella: una lunga serie di dismissioni di tronchi definiti improduttivi, portò in pochi anni alla perdita di centinaia di km di linee ferroviarie a cavallo tra Calabria, Basilicata e Puglia. Si credette che il trasporto su gomma fosse il futuro: oggi, definiamo, finalmente, scellerate quelle scelte, pur non potendo più tornare indietro, in molti casi. Ma, indubbiamente, siamo ancora in tempo per salvaguardare e ridare vita a quanto ancora esistente della storica rete della Mediterranea Calabro Lucane, dalla Catanzaro - Cosenza in corso di ripristino integrale e presto interessata da un innovativo progetto di sviluppo della trazione ferroviaria ad idrogeno, alla riattivazione integrale della Ferrovia Silana, alla conversione in tramvie extraurbane per le gloriose Ferrovie Taurensi. La politica, ma anche tutti noi cittadini e Associazioni, lo dobbiamo a chi, 60 anni fa, perse la vita andando a studiare, credendo fermamente in un futuro migliore per la nostra Calabria».

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