Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

Anno giudiziario a Lamezia, Introcaso: "Il 2020 caratterizzato da carenze e pandemia" FOTO

 
 
 
 
 
 
Gratteri presente (foto Monteverde)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Si sta celebrando nell’aula bunker di Lamezia Terme la solenne apertura dell’anno giudiziario della Corte d’Appello di Catanzaro. La convocazione è stata decretata dal presidente della Corte Domenico Introcaso. "C’è una questione di democrazia che in troppi (prima di tutto i magistrati) vogliono mettere superficialmente in secondo piano e sulla quale bisogna intervenire con la modifica della legge elettorale del Csm”. Lo ha detto il presidente della Corte di Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, aprendo la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il presidente ha annunciato che questa sarà l’ultima volta e che andrà in pensione dopo 43 anni di servizio. Introcaso ha evidenziato che la Corte ha una scopertura di organico del 25% dei consiglieri e con un tasso di alternanza del 42%. Nonostante le carenze di organico sono state celebrate circa 1.900 udienze per inchieste della Dda in primo e secondo grado.

Anno segnato da pandemia

«L'ultimo anno è stato segnato, ancora una volta, dal fenomeno pandemico e dalle ulteriori criticità verificatesi nel corpo della magistratura, nazionale e distrettuale» ha proseguito Introcaso, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese che si è tenuta nell’aula bunker di Lamezia Terme. «Su tale ultimo aspetto l’onda lunga della crisi continua a disegnare uno scenario di incertezza nell’opinione pubblica, presso la quale l’indice di fiducia in noi magistrati è ridotto al minimo storico, al 30%. Scenario in cui si inseriscono le censure del giudice amministrativo alle nomine del Csm. Ma le analisi anche interne - ha poi detto -sono parziali e fuorvianti in quanto indirizzate alla soggettivizzazione dei fenomeni, tali da non spiegare le dinamiche di essi. Ritengo che ricondurre gli eventi che hanno interessato il corpus magistratuale a questione etica sia riduttivo. Le decisioni fuori dalle sedi istituzionali e con l’esclusione dei soggetti, laici e magistrati, deputati ad assumerle, comportano un deficit inammissibile di democrazia in quanto curvano il potere democratico di scelta del Cms a logiche di lobby. In tale ambito di distorsione dei poteri, correlata ad appartenenza, si inserisce - ha aggiunto il presidente della Corte d’appello di Catanzaro - la corruzione del procedimento elettorale e del consenso, sempre meno ideale e ideologico ma orientato prevalentemente a logiche di convenienza il più delle volte carrieristica. Il contesto cennato delinea dunque non solo e non tanto una questione morale ma una questione di democrazia che in troppi - prima di tutto i magistrati vogliono mettere superficialmente in secondo piano, e sulla bisogna intervenire con la modifica della legge elettorale del Csm». Secondo Introcaso «è di primo, giudiziale accertamento l’inserimento della criminalità nell’impresa. La pandemia ha paralizzato le attività, sottratto risorse. Siffatte emergenze globali hanno determinato crisi gravissime nelle imprese commerciali e segnatamente nelle piccole e medie imprese. La crisi e le prime provvidenze economiche, di soccorso, hanno innescato il fenomeno criminogenetico proprio delle organizzazioni 'ndranghetiste. Diffuse su tutti i territori, gestite con spiccato carattere imprenditoriale, inserite nel tessuto sociale delle imprese in crisi e soprattutto con disponibilità economiche da reimpiegare in modo da affrancarle dalla genesi illecita e curvarle a fini leciti. Le aggregazioni 'ndranghetiste - rimarca il presidente della Corte d’appello di Catanzaro - nascono e si pongono in una logica di soccorso e in surroga alle istituzioni nel senso che ausiliano l’impresa in difficoltà attraverso la leva del finanziamento e la gestione, attuata con il ricorso al lavoro nero in evasione contributiva, allo smaltimento illecito dei rifiuti. La corruzione del tessuto imprenditoriale non è solo endogena, ma incide anche sull'acquisizione delle provvidenze statali di supporto e finanziamento della crisi. E il cerchio - conclude Introcaso - si chiude, così da corrompere la struttura dell’impresa, la funzionalità di essa, e l’acquisizione delle provvidenze a essa destinate».

Abbattuto arretrato a tempi di record

«Il distretto - Corte di appello e tribunali - ha considerevolmente abbattuto l’arretrato, eliminando le sopravvenienze con riduzione dei tempi, così da determinare, per la Corte, indici di primazia nazionale secondo tutti i parametri declinati» ha detto ancora Introcaso. «In particolare la Corte di appello civile presenta un clearance rate superiore all’unità nel triennio 2017-2019, che si riduce poco sotto l’unità nel 2020, con conseguente lieve incremento delle pendenze finali. La durata media, anche se tende ad aumentare, è inferiore al dato nazionale sia nel 2019 che nel 2020. Anche la percentuale di arretrato civile è minore del dato medio nazionale sia nel 2019 sia nel 2020, anno in cui rappresenta il 32% delle pendenze Cepej. La valutazione favorevole si estende all’anno 2021. I tribunali del Distretto riportano valori del clearance rate positivi, con l’eccezione nel 2020 di due uffici. Il disposition time - rileva l’alto magistrato - risulta decisamente superiore al dato medio nazionale, tranne per i tribunali di Cosenza e Crotone. Entrambe queste due sedi, al contrario di altri tribunali, presentano anche una quota di arretrato inferiore alla media». Per Introcaso «in ambito penale la Corte d’appello mostra dei risultati migliori rispetto al dato nazionale, sia per il clearance rate sia per il disposition time. Nel Distretto Molti tribunali sembrano in sofferenza. Eccezione costituiscono i tribunali di Castrovillari Crotone e Vibo Valentia che nel 2020 evidenziano clearance rate superiori al valore nazionale e durate inferiori. Il trend, malgrado l’incidenza negativa del fenomeno pandemico, si è mantenuto stabile nel primo semestre 2021».

Catanzaro, liquidati risarcimenti per 2 mln

«Nell’anno 2020 sono stati liquidati euro 2.066.343,82, per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l’anno 2000 e l’anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto». E’ uno dei dati citati dal presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, nella relazione per l’apertura dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese. «L'attività della magistratura - riferisce Introcaso - è oggetto di evidenzia mediatica quotidiana in singolare schema di adesione assoluta o di contestazione radicale, egualmente criticabili perché entrambe orientate alla soggettivazione delle inchieste e alla ricostruzione dei fatti e delle responsabilità secondo semplificazioni alimentate dal luogo comune, alla ricerca di responsabilità continue e sostanazialmente elusive dei problemi reali. Vengono in mente i risarcimenti da ingiusta detenzione disposti dalla Corte, inseriti in un cono di luce spazio-temporale assolutamente incongruo e legato alla camera dell’eco. Offro alla vostra attenzione - prosegue il presidente della Corte d’appello di Catanzaro - un dato sintetico: nell’anno 2020 sono stati liquidati euro 2.066.343,82, per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l’anno 2000 e l’anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto, salvo due rientranti nell’anno 2016 e 2017 (Gip Castrovillari) e altro del 2017 (Gip Catanzaro)»

Lucantonio: "Dateci strumenti per andare avanti"

“Dateci gli strumenti per andare avanti perché non saremo noi che abbiamo lottato i colpevoli ma voi che non ci avete aiutato. Dateci la possibilità di dimostrare che lo stato c’è e che si impegna”. Così il procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe Lucantonio, intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il pg ha evidenziato le gravi carenze di organico pesano non solo sugli uffici giudiziari ma anche sulla polizia giudiziaria. “Siamo stati virtuosi - ha aggiunto - perché abbiamo buttato il sangue, ma la gente sta scappando” ha sottolineato Lucantonio spiegando che molti magistrati stanno per lasciare il distretto, sei solo nell’ufficio gip. “I cittadini sono rassegnati, ci vorrebbe reale vicinanza delle istituzioni, agenti di polizia e carabinieri devono stare qua nelle sezioni di pg dove il personale è allo stremo”. Fotoservizio Salvatore Monteverde

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