Grande commozione a Mesoraca in provincia di Crotone. Nella chiesa del santuario del SS. Ecce Homo sono in corso i funerali della piccola Ginevra, la bambina di due anni deceduta di Covid domenica scorsa al Bambino Gesù di Roma. Messa in forma privata quella che stanno celebrando il vescovo della diocesi Crotone Santa Severina, mons. Angelo Raffaele Panzetta, don Francesco Anzillotta e don Francesco Bramuglia, ma sono tanti i mesorachesi presenti sul piazzale del convento per tributare l’ultimo saluto alla piccola. Sono assenti, perché in questo momento in isolamento per il Covid, i genitori Rossella, Giuseppe e la nonna materna Maria. Mesoraca è un paese in lutto con serrande dei negozi abbassati e con tantissimi palloncini rosa a caratterizzare il percorso che porta su al convento. Mons. Panzetta nella sua omelia ha usato tre parole chiave. Dolore: i parenti hanno la spada nel cuore. Il mistero del dolore è innocente e ciò che si chiede al dolore è entrare nell’empatia delle persone, di stare accanto. Non solo adesso, dobbiamo accompagnare con la nostra amicizia e benevolenza i genitori ed i parenti stretti. Responsabilità: ha un duplice significato. Rispondere in primo luogo, la famiglia ha diritto di sapere. Senza giudizi sommari, senza capri espiatori. C’è un diritto alla verità. Responsabilità significa anche valutare: dobbiamo imparare da quanto accaduto per un futuro diverso anche per un desiderio di una sanità migliore nella nostra regione. L’assistenza sanitaria deve essere più dignitosa. La civiltà di una comunità si misura da come quella comunità tratta i più deboli. E’ in gioco l’onore della nostra gente. Si programmi un futuro diverso , un futuro di cure più attente. La terza parola è Fede, la più bella di tutte. Guardando questa piccola bara mi è venuto in mente che è collocata tra il cero pasquale e la parola di Dio. Ginevra non è caduta nel nulla. Lei è nella luce di Dio. Toccanti le testimonianze di cittadini ed istituzioni che hanno rivolto l’ultimo saluto alla piccola Ginevra. Dallo storico medico di famiglia, Loredana Marrazzo, a Nicola, un vicino di casa della famiglia della piccola. Presente in maniera massiccia l’arma dei carabinieri (il padre, originario di Acquaviva delle Fonti (BA) è un ufficiale dell’Arma dei Carabinieri; presenti tantissimi mesorachesi che, nonostante il freddo pungente, hanno raggiunto il colle per rivolgere il loro ultimo saluto alla piccola. Tra le testimonianze che abbiamo raccolto anche quella del cappellano dei carabinieri della Calabria, don Vincenzo Ruggiero, e quella del sindaco di Mesoraca, Annibale Parisi: “La nostra comunità è distrutta dal dolore - ha sottolineato il primo cittadino - è un lutto di un intero paese, ci sentiamo tutti genitori di Ginevra. Ci sentiamo responsabili di non averla potuta difendere da quello che e’ successo. Se ci sono ombre vanno chiarite, la verità deve venire fuori. Una verità però è già venuta fuori ed è quella di una sanità in questa regione che non garantisce la salute dei bambini. È una regione, uno Stato che non addolcerai propri compiti. Siamo tutti colpevoli”.
I vescovi calabresi
«Rammarico, cordoglio, cristiana vicinanza e sostegno spirituale alla famiglia della piccola Ginevra» e la richiesta di «attenzione da parte delle istituzioni perché la Calabria non può essere lasciata sola». Ad esprimerli i vescovi calabresi, nel corso della riunione della Conferenza episcopale regionale, in relazione alla morte della bambina di due anni di Mesoraca (Crotone) malata di Covid deceduta domenica scorsa nell’ospedale pediatrico «Bambino Gesù" di Roma, dove era stata trasferita dopo precedenti ricoveri negli ospedali di Crotone e Catanzaro. I presuli, che parlano di «vicenda dolorosa», hanno sollecitato al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, Commissario della Sanità, presente alla riunione, «l'impegno delle istituzioni a tutti i livelli» sui temi dell’emergenza sanitaria.