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Guerra in Ucraina, Catanzaro e Lamezia sfidano il maltempo: tutti in piazza per la pace FOTO

«Noi siamo Ucraina, noi siamo Europa, uniti con voi». Poche parole, ma dense di significati quelle che alcune donne ucraine, che vivono e lavorano in Italia da molti anni, hanno pronunciato con la voce rotta dalla commozione durante la manifestazione di ieri pomeriggio a Catanzaro Lido, promossa da movimenti politici che gravitano a sinistra e associazioni sindacali, contro la guerra in Ucraina. «Io vivo in Italia – ha detto una di loro – sono sposata con un italiano, ma il mio cuore è a Kiev, dove bombardano, non voglio la guerra, chiedo la pace, chiedo un corridoio della Croce rossa per salvare donne e bambini. Se ci sarà la pace in Ucraina, ci sarà la pace anche in Europa. Oggi le vostre spalle sono coperte dal petto dei miei concittadini, noi da 30 anni siamo uno Stato libero e democratico e vogliamo la pace, come la vogliono tanti miei amici russi». Un grido di pace forte e chiaro, condiviso e sostenuto da quanti ieri, sfidando il maltempo, hanno partecipato alla manifestazione organizzata da Anpi, Cgil, Cambiavento, Libera, Rifondazione comunista, Usb, scendendo in piazza, così come sta avvenendo in queste ore in tante piazze italiane. «E’ un dovere morale – ha detto Nicola Fiorita, leader di Cambiavento – riaffermare il valore della pace e il valore costituzionale del ripudio della guerra, condividendo con chi oggi è qui la preoccupazione per uno scenario che non pensavamo di vedere. Siamo qui per chiedere che si faccia di tutto per fermare questo conflitto, dimostrando che tutto il popolo europeo, anche in questo angolo di Italia, rifiuta categoricamente la guerra». Un fronte convintamente pacifista quello che ieri si è radunato sul lungomare di Catanzaro, che chiede il cessate il fuoco immediato e la ripresa dei negoziati, ma anche che si arrivi allo scioglimento della Nato e a un graduale disarmo. «Dobbiamo portare la voce della pace – ha detto Salvatore Borelli dell’Anpi - e l’umanità al potere». Anche da Rifondazione comunista un no fermo e deciso contro la guerra. «Siamo contro la guerra senza se e senza ma, chiunque sia a muovere il primo passo – ha detto Antonio Campanella, della segreteria regionale di Rifondazione comunista – però è doveroso secondo noi ricostruire gli eventi che si sono susseguiti negli ultimi anni. C’è una prepotenza da parte dell’Occidente e della Nato – ha aggiunto - che è sempre più un elemento destabilizzante per la pace nel mondo. Non possiamo dimenticare quello che è accaduto nel Donbass negli ultimi 8 anni, con eliminazioni fisiche di oppositori, civili e sindacalisti. Noi condanniamo fermamente ogni azione di guerra e auspichiamo che l’Italia e l’Europa si facciano portatrici di un messaggio di pace».

 

Manifestazione anche a Lamezia

L'inno nazionale ucraino ha aperto la manifestazione su corso Nicotera per esecrare con forza l'occupazione russa e per invocare a gran voce la pace in Ucraina. Ad intonare l'inno tanti residenti nel territorio lametino, tutti di nazionalità ucraina. Uomini, donne, bambini: uniti dal dolore e dalla sofferenza di sapere che il loro Paese è in guerra e che i loro familiari rimasti in patria rischiano la vita ogni momento. Dopo l'inno sono state recitate delle preghiere e poi si è passati agli slogan per l'Ucraina libera. Tanta la tensione e la rabbia per l'offensiva decisa da Putin che "ha assassinato uno Stato sovrano". Ad organizzare la manifestazione sono stati diversi sodalizi impegnati sul territorio: Pax Christi, Cittadinanzattiva, Tdm, Arci Lamezia Terme, Arci Servizio Civile Calabria, Associazioni Malati Cronici del lametino, Cgil, Cisl e Uil, Federazione Pensionati Acli, In Rete Cooperativa Sociale, Italia Nostra, Lamezia Bene Comune, Lamezia Rifiuti Zero, Lega Ambiente, M5S, Nuova Era, Progetto Sud, Partito Democratico. A partecipare al sit-in anche il parlamentare lametino Pino D’Ippolito (M5S) che ha rimarcato: “Abbiamo il dovere di fermare la follia espansionistica di Putin. Occorrono subito sanzioni internazionali, inoltre bisogna pensare ad un piano europeo di accoglienza per i rifugiati ucraini scappati via dal loro Paese a causa della guerra”. Per le associazioni che hanno organizzato la pacifica protesta “siamo tutti chiamati alla responsabilità di essere cittadini attivi, di essere società civile in un momento storico difficilissimo per la vecchia Europa e per l’Italia. Chiediamo, pertanto, all'Italia e all'Unione europea – hanno sostenuto i promotori del sit-in - di prodigarsi per una cessazione degli scontri con tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale, con principi di neutralità attiva. Riteniamo, inoltre, che si debba chiedere, senza indugio, che la Russia ritiri le proprie forze militari da tutto il territorio ucraino”.

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