Alfonso Diletto, la sera dell’8 marzo, ha ucciso con un colpo di pistola al cuore l’ex moglie Vincenza Ribecco «allo scopo di punire» la 60enne, perchè la riteneva colpevole «di intrattenere una relazione con un presunto amante». È scritto nero su bianco dal giudice per le indagini del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, nell’ordinanza con la quale ieri, dopo la convalida del fermo, lo stesso gip ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere per l’assassino di 69 anni, reo confesso del delitto che s’è consumato nella casa dell’ex consorte, nella frazione di San Leonardo di Cutro.
Diletto, accusato di omicidio volontario aggravato, porto abusivo d’arma e ricettazione, durante l’interrogatorio di garanzia che s’è svolto alla presenza del suo difensore, l’avvocato Luigi Colacino, ha fatto scena muta davanti al gip. Il quale, nel ritenere fondato il movente della gelosia, ha scritto che l’uomo ha coltivato «motivi di eccezionale acredine verso questo terzo amante, reale o putativo che sia», che l’avrebbero indotto a commettere «l’insano gesto» costato la vita a Vincenza. La 60enne e Diletto s’erano separati giudiziariamente ad aprile scorso.
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