La strada è il palcoscenico del carattere. Rivela come sono fatte le persone, le città, le nazioni: più della politica, del cinema o dello sport, che consentono di fingere e nascondersi. Scoprire che solo un quinto degli automobilisti dà la precedenza ai pedoni sulle strisce non è una nota di costume, una curiosità di inizio estate. È un piccolo, pessimo sintomo. È questo il risultato di un’indagine condotta a livello nazionale nelle principali arterie viarie, dove è presente sia la segnaletica verticale che quella orizzontale. Se l’indagine dovesse essere condotta nel nostro territorio, dove gli attraversamenti pedonali sono inesistenti, sbiaditi o cancellati dal tempo, il quadro che ne verrebbe fuori sarebbe quantomeno sconvolgente. È ormai acclarato che la viabilità, a questa latitudine, rappresenti un serio problema. Così come è risaputo che la maggior parte dei residenti siano ostici al rispetto delle regole del codice della strada. Vibo è forse uno dei pochi posti al mondo in cui per attraversare la strada bisogna alzare la mano e poi ringraziare, anche in presenza di strisce pedonali. Ma, se laddove la segnaletica è presente la colpa sicuramente è da addebitare all’autista spericolato e irrispettoso delle regole, laddove invece le linee zebrate sull’asfalto non ci sono proprio, non ci sono scuse che tengano. «È l’amministrazione comunale – commenta la maggior parte dei residenti – che deve provvedere, invece di puntare solo a battere cassa con le strisce blu». La segnalazione arriva da più parti: studenti, mamme di famiglia, anziani. Attraversare le strade cittadine oltre che essere un terno all’otto, a causa del traffico, è molto pericoloso. Da viale Kennedy a via Santa Ruba; da via Popilia a via Palach la situazione è disperata. Nelle zone in cui il bitume è usurato le strisce sono ormai illeggibili, ma sulle strade in cui l’asfalto è stato rifatto a mancare all’appello è tutta la segnaletica orizzontale. Lo raccontano gli stessi residenti, puntando il dito contro un traffico oltremodo caotico e cronicizzato, che non li fa respirare e camminare tranquilli e contro l’assenza di tutele e sicurezza. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro