La festa della Repubblica a Vibo è ritornata a essere una festa di piazza. Nel "salotto" cittadino di piazza Martiri d'Ungheria , infatti, si è svolta la celebrazione del 76esimo anniversario della nascita della Repubblica alla presenza non soltanto delle autorità militari, religiose e civili del Vibonese ma soprattutto di tanti cittadini che hanno condiviso il significativo momento con la prefetta Roberta Lulli, la quale dopo aver sottolineato i valori alla base di uno stato di diritto da difendere con le unghie e con i denti, in particolar modo in un territorio complesso come quello vibonese attraversato da dinamiche criminali, ha rivolto il suo saluto alle comunità ucraine duramente colpite dall'attacco russo. "Nel giorno in cui celebriamo la nascita della Repubblica e di conseguenza celebriamo la Carta costituzionale ed i suoi principi cardine - ha detto - non possiamo far finta di niente rispetto a quanto sta accadendo in Europa, a quanto sta accadendo a un popolo che difende i valori che noi oggi celebriamo: libertà, democrazia, solidarietà e legalità; un popolo che non abbandoneremo". Dopo l'intervento della prefetta Lulli, preceduto dalla lettura del messaggio del Capo dello Stato, dalla rassegna dello schieramento e dall'alzabandiera, le celebrazioni sono proseguite con l'esibizione del Coro polifonico “Musica Nova città di Nicotera” e con le seguitissime dimostrazioni delle forze dell'ordine, i cui gazebo sono stati un'attrazione particolarmente per i bambini. Come di solito avviene le Unità cinofile sono state le più gettonate da grandi e piccini per le foto ricordo con i pazienti e affettuosi cani. A fare da cornice alla manifestazione - i cui momenti sono stati scanditi dalla voce del direttore della cerimonia e funzionario della Prefettura, Sergio Raimondo - il grande tricolore che ha coperto il campanile e la facciata del Municipio srotolato dai vigili del fuoco (Saaf). In piazza anche la consegna delle onorificenze consegnate al luogotenente della Gdf, Antonio Conidi; al brigadiere capo dei carabinieri Cosimo de Bene; al dott. Sandro Bardari, al prof. Diego Ventura e a Carmela Fazzari, già funzionario giudiziario, i quali sono stati nominati cavalieri della Repubblica.