«Non c’è alcun divieto legale che impedisca al cantante di esibirsi stasera a Cirò Marina». Il parroco della Chiesa di San Antonio, padre Peppe Pane, all’indomani della polemica legata alla presenza del cantante neomelodico siciliano, Daniele De Martino, in occasione dei festeggiamenti per Sant'Antonio, difende la scelta del Comitato organizzatore. «Per la Questura – ha affermato Padre Peppe – non ci sono impedimenti: ha la fedina penale pulita». Assodata la legittimità di poter cantare – che nessuno, peraltro, ha mai messo in discussione – sull’opportunità di fare salire sul palco del popoloso quartiere di Cirò Marina, un personaggio comunque discusso, il parroco non mostra tentennamenti. «Sono solo dicerie e non fatti reali – asserisce - ; le voci riguardo una sua presunta vicinanza a certi ambienti – osserva - è tutta da dimostrare». Chiediamo, quindi, cosa ne pesi del messaggio dal carcere di cui De Martino si sarebbe fatto da tramite, andando a Palmi, a cantare al matrimonio della figlia di un narcotrafficante lo scorso 28 agosto. <Un articolo di un giornale non è una prova – replica - e comunque, il comitato festa ha preso contatti con la Questura e gli ha chiesto che canti solo canzoni d’amore». Repertorio limitato, dunque, con l’esclusione di testi del tipo “Chi nasce libero non può morire prigioniero”; cantata da De Martino, già “avvisato” dalla Questura di Palermo nel giugno ’21, a Palmi; nel suo omaggio canoro alla figlia del boss: «una chiara esaltazione del signore della droga, vicino alla 'ndrangheta, condannato perché vendeva cocaina ai palermitani di Brancaccio».