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Ridimensionamento filiale Bcc Dasà, avviata raccolta firme contro il provvedimento

Ha preso avvio oggi a Dasà, in provincia di Vibo Valentia, la raccolta firme contro il ridimensionamento della filiale Bcc, trasformata dai vertici romani di Iccrea in Bcc point, (uno sportello automatico multifunzione e un consulente qualche volta a settimana). In poche ore centinaia le firme fisiche raccolte da parte di cittadini di tutto il vasto comprensorio coinvolto, che si vanno ad aggiungere alle altre tantissime raccolte dalla petizione online su change.org. Si tratta di una iniziativa avviata dal primo cittadino, Raffaele Scaturchio, in prima linea con tutta l’amministrazione in questa protesta contro quella che viene vista come una vera e propria soppressione. Nonostante le rassicurazioni del presidente dell’istituto, Sebastiano Barbanti, infatti, sulla trasformazione in Bcc point, sulle vetrine della filiale stamattina è comparso un manifesto che parlava chiaramente di chiusura (dal prossimo 19 settembre, con l’invito ai clienti a rivolgersi alla filiale di Vibo per ogni tipo di operazione). Il presidente ha rassicurato che la legislazione prevede che si debba scrivere così ma che il Bcc point ci sarà: gli antichi insegnano che: “scripta manent”. Ed è quello di cui sono convinti il sindaco e la popolazione (non solo di Dasà ma di un territorio che comprende circa 20 mila abitanti e un bacino di quasi 6mila clienti, che hanno depositato somme che si aggirano sui 20 milioni di euro). Sono i dati diffusi dal sindaco, che parlano della terza sede Bcc per utili e non giustificano la decisione di ridimensionamento (paventata chiusura, visto che tanti anziani avrebbero difficoltà a servirsi dello sportello automatico e tanti altri non accetterebbero di avere a che fare con uno sportellista virtuale). Sulla vicenda interviene anche la sezione Pd “A. Gramsci” di Acquaro, guidata dal segretario Francesco Scarmozzino, che esprime il proprio rammarico per la decisione. Da più di 30 anni ormai la filiale (nata come Cassa rurale e artigiana), fondata da lavoratori, imprenditori e risparmiatori del luogo e dei paesi vicini, è un’istituzione al servizio dei cittadini e la chiusura, per quanto “parziale” non può far altro che depauperare ancora di più il tessuto economico e sociale di comunità già impoverite dal decremento demografico e dalla drammatica mancanza di servizi essenziali. Non conosciamo i motivi della decisione di “chiudere” tale sede, che tra l’altro risulta essere tra le più redditizie del circuito, ma facciamo appello a tutte le autorità competenti affinché si attivino per scongiurare tale epilogo. Dal canto nostro continueremo ad esercitare funzione di controllo sugli avvenimenti e di informazione costante alla cittadinanza.

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