È un progetto pieno di contraddizioni quello sulla Tonnara di Bivona. Da una parte c’è la possibilità di trasformare il prestigioso edificio nel Museo del mare, ma dall’altra la burocrazia e la mancanza di volontà politica ne ostacolano il percorso. Ci sono troppi interrogativi ai quali gli enti locali non hanno ancora risposto. Ma torniamo un attimo indietro. La Regione con decreto n. 13043 del 16 dicembre 2021 ha messo in cantiere la realizzazione del centro regionale tutela, promozione e valorizzazione delle aree marino costiere e il museo del mare e della pesca, con dotazione finanziaria di 1 milione di euro. La Tonnara sarà, quindi, divisa in due e usata da due enti diversi, il Parco marino e il segretariato regionale Mic. Il primo, fruitore del piano superiore della struttura e di metà piano terra, mentre il secondo della Loggia e dell’altra metà del piano terra. Ma mentre il Comune sta effettuando una ristrutturazione in nome e per conto di questi enti non esiste un progetto di allestimento museale, né un master plan pluriennale, né tantomeno un comitato tecnico scientifico che sovrintenda sin da ora il Museo del mare. Al momento il Comune sta restaurando solo un barcone, mentre il museo sarà, naturalmente funzionante solo quando saranno restaurate anche le altre imbarcazioni. «Con la cifra recuperata dal Flag di circa 70mila euro – spiega lo storico Antonio Montesanti – in realtà se ne potrebbero restaurare due, se non addirittura tre di barche e invece si mette mano ad una soltanto. Ma la cosa più grave è che si opera dimenticando che è un bene demaniale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro