«È tutto distrutto, non è rimasto niente», così viene descritto l’interno dell’abitazione di via Caduto XVI Marzo 1978 dove nella notte tra venerdì e sabato hanno trovato la morte i tre fratelli Corasoniti, Saverio, 22 anni, affetto da autismo, Aldo (15) e Mattia (12 anni). Ieri mattina è stata riaperta la porta al quinto piano del palazzo dell’Aterp per svolgere un primo sopralluogo. Erano presenti i vigili del fuoco del Nia (Nucleo Investigativo Antincendi), gli esperti della Scientifica dei Carabinieri di Catanzaro, il medico legale Giulio Di Mizio, professore associato di medicina legale presso l'Azienda Ospedaliero Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro, gli avvocati della famiglia, Valentina Macrì e Francesco Gigliotti, e gli ingegneri nominati dalla famiglia come periti di parte. Prima di poter accedere nell’appartamento i vigili del fuoco hanno dovuto verificare la stabilità del solaio. Uno degli obiettivi del sopralluogo di ieri era quello di verificare per quanto possibile le condizioni dell’impianto elettrico, tra le ipotesi in campo c’è infatti quella del corto circuito come causa scatenante dell’incendio. Da quanto si è appreso il quadro elettrico è stato completamente squagliato dal calore delle fiamme ma sarebbe comunque emersa la presenza del salvavita. Questa mattina il sostituto procuratore Francesco Bordonali affiderà l’incarico per l’autopsia al dottore Di Mizio. Le operazioni dovrebbero iniziare nel pomeriggio nel dipartimento di Medicina legale del policlinico universitario. Se non dovessero emergere ulteriori necessità i corpi dei tre fratelli verranno restituiti ai familiari per i funerali che dovrebbero tenersi venerdì alle 15 nella chiesa dell’Immacolata. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro