Oggi è un giorno triste per tutta la Chiesa universale, all’età di 95 anni si è spento il Papa emerito Benedetto XVI, 265° Pontefice della Chiesa cattolica. Benedetto XVI è stato un "grande teologo" che con le sue tre encicliche: Deus Caritas Est, Spe Salvi e Caritas in Veritate, ha evidenziato come l’opera di Dio si manifesta non solo attraverso le sacre scritture ma anche attraverso la sua Chiesa. Papa Joseph Ratzinger ha sempre dimostrato una grande umiltà, mettendo davanti a tutto e tutti sempre e solamente il bene della Chiesa. Emblematiche furono le sue parole subito dopo l’elezione al seggio di Pietro: "Dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i Cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che Dio sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti". Sono grato Dio per aver avuto l’onore e il privilegio di incontrarlo per ben 13 volte. Il primo tra questi risale al 6 gennaio del 2006, quando fui invitato dal suo cerimoniere S.E. Mons. Piero Marini, dandomi la possibilità di partecipare alla processione offertoriale della Messa dell’Epifania in San Pietro. Successivamente negli anni si sono susseguiti tanti altri incontri, non solo in occasione di benedizioni di opere di arte sacra commissionate da diverse chiese, ma anche aver avuto il privilegio di incontrarlo in varie Udienze private con la Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice di cui sono membro. Tra tutte le creazioni presentate in Vaticano sono onorato di aver realizzato anche delle opere personali per lo stesso Papa Benedetto: lo Stemma Papale e l’icona dei Santi Patroni d’Europa. La prima è una particolare creazione, composta da due opere: un bassorilievo in argento che riproduce Piazza San Pietro con tutto il colonnato e lo Stemma Papale realizzato in argento, oro e pietre preziose. Una creazione questa, progettata ed eseguita sotto la guida e la supervisione di S.E. Rev.ma Mons. Paolo De Niccolò, allora Reggente della Prefettura della Casa Pontificia. L’opera doveva essere consegnata in Vaticano, ma visto che si presentava la storica visita in Calabria di Papa Ratzinger il 9 ottobre del 2011, ha modificato il programma dandomi l’opportunità di essere ricevuto in Udienza privata nell’Episcopio di Lamezia Terme e consegnare l’opera come saluto di benvenuto nella mia terra. Un incontro ricco di emozioni, dopo aver ascoltato con attenzione la spiegazione dell’opera, Papa Benedetto ha dimostrato di aver particolarmente gradito il dono, profondendo in ringraziamenti ed elogi, mi disse con un sorriso guardandomi negli occhi: “...bella, è molto bella, grazie…”, protendendo poi le mani sull’opera soffermandosi sui particolari. Lo Stemma Papale di Benedetto XVI, riproposto in arte orafa, circondato da raffigurazioni a rilievo, che indicano la dignità, il grado, il titolo e la giurisdizione, tre elementi molto importanti della vita spirituale di Papa Ratzinger. L’opera ha un duplice utilizzo, infatti essendo lo stemma estraibile e decorativo, poteva essere utilizzato dal Santo Padre sia come razionale (fermaglio da piviale) e sia per essere collocata al centro del bassorilievo raffigurante Piazza San Pietro culla e centro della cristianità. Altra opera realizzata è stato lo scorso anno quando ho ricevuto l’incarico dalla CCEE, di realizzare dei bassorilievi in argento raffiguranti i Santi Patroni d’Europa in occasione del giubileo del 50° Anniversario dell’istituzione del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, opera donata a Papa Benedetto dalla Presidenza della CCEE. Joseph Ratzinger, ha sempre amato Dio e la sua Chiesa, al punto tale da prendere la sofferta decisione di dimettersi. Nel suo cuore umile ha sempre albergato la gioia di annunciare il Vangelo senza mai cedere a effimeri sentimenti di esercizio del potere: quando si rese conto di non avere più le forze per proseguire con il suo ministero lo ha consegnato alla Chiesa. E ha spiegato: “Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”. Un Chiesa che ha guidato dall’aprile 2005, quando salì al soglio pontificio, fino al compimento del suo 86esimo compleanno. Porto ancora nel cuore quel 27 febbraio 2013. Ho voluto essere presente all’ultima Udienza Generale di Sua Santità Benedetto XVI insieme a mia moglie per vivere e condividere l’ultimo suo appuntamento pubblico con la “Chiesa viva” da Lui stesso indicata alle migliaia di fedeli, presenti in Piazza S. Pietro, che come me non volevano mancare a questo appuntamento di saluto e di incontro. Ci ha salutati dicendo: “Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima udienza generale. Grazie di cuore! Sono veramente commosso! e vedo la Chiesa viva!”. Riuscì a trasmettere a tutti una pace, una gioia e una serenità pur essendo un momento di grande sofferenza, spiegandoci come si ama e si soffre per la chiesa al punto di avere il coraggio di fare scelte difficili come la rinuncia da parte sua al ministero petrino. Sento il dovere di ringraziare questo grande, umile e coraggioso uomo, non solo per tutto quello che ha fatto per la Chiesa ma anche per quanto avrebbe fatto ancora in quel suo silenzio mistico, con il quale è entrato con maggiore consapevolezza nello “spessore della croce”. Trovo molto bello quanto ha detto Papa Francesco durante gli ultimi giorni di vita del Santo Padre emerito: “Papa Benedetto è un Santo” e ci lascia una “testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine”. Una testimonianza data soprattutto con la preghiera, che come disse lo stesso Benedetto: è “l’origine della testimonianza della fede, che ogni cristiano deve dare”. Michele Affidato