"Con Cristo tra i migranti dinanzi all’indifferenza del potenti": è il tema della via crucis in corso e organizzata dagli Uffici Migrantes e liturgico dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina sulla spiaggia di Steccato di Cutro dove domenica scorsa è naufragato il barcone di migranti che finora ha fatto 70 vittime e ancora si cercano i dispersi. «Alla luce della tragedia che si è consumata nei giorni scorsi sulle coste del comune di Cutro, come comunità diocesana siamo chiamati a farci carico del dramma che ha colpito questi nostri fratelli», scrivono i due uffici diocesani. «La morte e le terribili sofferenze che hanno colto questi innocenti in fuga dai loro paesi alla ricerca di una vita migliore interpellano profondamente le nostre coscienze e la nostra fede». Per la diocesi crotonese «uno dei modi attraverso cui, come cristiani, possiamo farci prossimi alle afflizioni di questi nostri fratelli è sicuramente la preghiera, che rappresenta appunto lo strumento attraverso il quale intendiamo affidare a Colui che tutto può e che tutti consola la vicenda umana e spirituale di queste persone». Con la Via Crucis si intenderà «leggere il dramma umano di questi nostri fratelli alla luce della Passione salvifica di Cristo». L’ufficio liturgico ha poi predisposto un momento di preghiera da recitare alla fine della santa messa celebrata oggi nelle chiese del crotonese. «Non sono numeri ma persone. Siamo tutti migranti chiamati a vivere la vita in pellegrinaggio» ha tuonato nell’occasione don Pasquale Aceto nella sua omelia pronunciata nella basilica cattedrale di Crotone. «Non lasciamoci addomesticare dal male, vinciamo il male con il bene. Tragedie come il naufragio di Cutro - ha affermato il parroco - sono frutto della divisone del cuore».