A Cutro in 6.000 al corteo "Fermare la strage subito": fiori sulla spiaggia e fischi al governo
Circa seimila persone, anche di più secondo gli organizzatori, hanno partecipato alla manifestazione promossa a Steccato di Cutro dopo la strage dei migranti. Un lungo corteo di gente ha invaso la frazione del Crotonese, con centinaia di bandiere di sindacati e associazioni provenienti da tutta Italia. Dalla Sicilia sino al Trentino, passando per Roma e la Puglia, in tanti non sono voluti mancare all’iniziativa voluta per esprimere il dolore di una tragedia immane, nel giorno in cui le ricerche hanno portato al recupero di altri tre corpi. Secondo i promotori, alla manifestazione hanno preso parte migliaia di persone giunte a bordo di almeno 30 autobus e con mezzi privati, in una cittadina blindata dalle forze dell’ordine. All’interno del lungo serpentone anche tanti sindaci, tra cui quelli di Crotone, Vincenzo Voce, e Catanzaro, Nicola Fiorita, oltre a esponenti politici regionali. Presenti anche Luigi de Magistris, Cecilia Strada e Mimmo Lucano.
Migliaia in ginocchio dopo recupero 76ma salma
Tutti in ginocchio rivolti verso il mare: è l’immagine struggente di uno degli ultimi momenti della manifestazione. In migliaia - secondo il dato aggiornato delle forze dell’ordine almeno 6.000 persone - giunti in spiaggia si sono inginocchiati alla notizia del ritrovamento del 76esimo corpo, quello di una bambina, trovato nel corso delle ricerche che proseguono ininterrottamente dal momento della tragedia. Questo gesto è stato uno dei momenti più toccanti della manifestazione nazionale insieme a quello in cui in tanti hanno voluto gettare un fiore in mare o hanno scelto di piantarlo nella sabbia. Oggi il mare ha restituito tre salme - due ragazzine ed un uomo - che hanno fatto salire a 76 il numero delle vittime accertate del disastro.
Croce con il legno dell'imbarcazione in testa al corteo
In testa al corteo la croce realizzata con il legno dell’imbarcazione naufragata a pochi metri dalla costa. La prima parte del corteo ha mantenuto toni più mesti, con un silenzio surreale, mentre in coda non sono mancati slogan e cori, alcuni dei quali contro il Governo nazionale. Qualche polemica e qualche fischio davanti alle bandiere di partito che si sono aggiunte durante il corteo. In particolare, qualche urlo ha accompagnato l’ingresso di una donna con la bandiera del Partito Democratico, mentre tra gli altri vessilli era presente anche quello di Rifondazione comunista. Tutto si è svolto, comunque, in assoluta sicurezza, senza tensioni particolari.
Le parole degli scampati
La funzione religiosa è stata preceduta dagli interventi di alcuni migranti, scampati alla morte o parenti di vittime e dispersi. Secondo alcuni dei profughi, provenienti soprattutto dall’Afghanistan, il governo non avrebbe manifestato la dovuta attenzione alla tragedia. «Grazie alle tante persone, fra cui molti bambini venuti oggi qui, ma il primo ministro - ha detto uno di loro - non ha nemmeno avuto il coraggio di venire a portarci le condoglianze». Un altro si è spinto a dire: «Non ho trovato differenze fra i talebani e il governo attuale in Italia». Uno dei sopravvissuti, che ha perso il fratellino di sei anni, ha affermato: «Rimarrò per tutta la vita sconvolto dal dolore di non aver potuto salvare il mio fratellino che mia mamma mi aveva affidato. Non dimenticatevi - ha poi detto in riferimento alle persone disperse - di loro che sono in mare. Che siano d’esempio per salvare altre vite».
I sindaci depongono fiori
Il corteo "Fermare la strage subito" è giunto sulla spiaggia di Steccato di Cutro ad alcune centinaia di metri dal luogo del naufragio. I sindaci di numerosi comuni, non solo del crotonese, hanno deposto una corona e fiori lungo il tratto di arenile. Indossano una fascia bianca al braccio in segno di lutto per i bambini morti nel naufragio, 31 con la bambina recuperata oggi pomeriggio e 22 nella fascia d’età tra 0 e 12 anni.
Giornalisti con pass collega afghana deceduta
Molti giornalisti che hanno seguito la manifestazione promossa nel pomeriggio di oggi a Steccato di Cutro, dopo il tragico naufragio dei migranti, hanno indossato un pass che riproduce quello della giornalista afghana Amarkhele Torpekai, morta nel naufragio. Un messaggio simbolico promosso dai giornalisti locali e condiviso da tanti colleghi che sin da domenica 26 febbraio hanno seguito l’evolversi delle ricerche.
In corteo anche Cecilia Strada e Luigi De Magistris
Il corteo organizzato per ricordare la tragedia di Cutro ha attraversato le stradine della frazione Steccato e si è diretto verso la spiaggia dove domenica 26 febbraio è avvenuto il naufragio dei migranti. Fra le persone presenti alla manifestazione, Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, Luigi De Magistris, ex sindaco di Napoli, e l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Tra gli striscioni portati dai manifestanti uno recita: «Cutro, la strage è di Stato, difendete le persone non i confini».
De Magistris: l'umanità stride con il cinismo del potere
«La manifestazione di oggi dimostra che c'è un’umanità popolare che stride con la disumanità del potere». Lo ha detto Luigi De Magistris, presente alla manifestazione che si sta svolgendo a Steccato di Cutro dopo il naufragio di domenica 26 febbraio. «Abbiamo assistito - ha affermato De Magistris - al linguaggio inaccettabile del ministro dell’Interno, al cinismo del governo, ad un consiglio dei ministro che non ha prodotto nulla. Qui che siamo alla periferia della periferia, tra le aree più difficili del sud Italia, ho ascoltato solo parole di umanità, verità e giustizia. Credo che sia un bel segnale, che un altro mondo è possibile». Per De Magistris «è inaccettabile che un presidente del consiglio che è andato in Spagna a dire che lei è madre, donna e cristiana, non sia venuta qui il giorno della tragedia, non abbia dato un abbraccio ai superstiti. Quando si perde l’umanità non è più un tema politico e un tema che ci deve interrogare. Una brutta pagina». A «mettere le cose a posto» secondo De Magistris «ci ha pensato Mattarella, sia dal punto di vista istituzionale che umano. Con il suo volto, la sua commozione ha messo a posto una lacerazione che poteva essere ancora più profonda. Rimane comunque una lacerazione profondissima tra il governo e il Sud, tra il governo e la Calabria. Perchè questi, allo stesso tempo, stanno portando avanti, senza pensarci un attimo, l’autonomia differenziata che sarà la mazzata definitiva per il Mezzogiorno. Vogliono produrre una nuova colonizzazione del Sud, la desertificazione, sfruttare i nostri talenti, appropriarsi delle nostre risorse energetiche e naturali. Solo i popoli - ha concluso De Magistris - possono cambiare questa situazione».