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Il rito dei "vattienti" a Nocera Terinese è tornato dopo tre anni di stop

Dopo le polemiche che avevano portato anche alla presentazione di una petizione popolare per richiedere lo sblocco, a cui era seguito un incontro tra la Pro Loco ed i commissari straordinari che reggono l’Amministrazione comunale, a Nocera Terinese, pur con le restrizioni imposte, si è svolto regolarmente il millenario rito dei «Vattienti», persone che al culmine della Settimana Santa si flagellano per espiare i peccati, percuotendosi con un pezzo di sughero in cui sono conficcati tredici pezzi di vetro a simboleggiare Cristo e i dodici apostoli, compreso Giuda, la scaglia più lunga.

Un momento di partecipazione popolare che ha mantenuto il tradizionale impatto emotivo, nonostante i limiti imposti dalla terna commissariale, tra cui quello di evitare gli "imbrattamenti con sangue e altri fluidi corporei di pareti e portoni di edifici pubblici e privati" o "l'utilizzo di calzari al fine di evitare possibili contatti diretti con fluidi ematici"

per l’Ecce Homo che accompagna il vattiente e che, di solito, è scalzo. Regole sancite in un’intesa sottoscritta tra le parti e di cui, in un certo senso, si sarebbe fatto garante il presidente della Pro Loco di Nocera Terinese che, tra le altre cose, si è impegnato «a garantire adeguata assistenza sanitaria attraverso un’autoambulanza, nonché un servizio d’ordine mediante volontari identificabili da apposita pettorina o altro segno distintivo, i cui nominativi saranno comunicati al Comune di Nocera Terinese e alla stazione Carabinieri di Nocera Terinese, unitamente al mezzo sanitario e al personale ivi in servizio». Previsto, inoltre, «un tempestivo servizio di pulizia e disinfezione dei tratti di strada interessati dalla pratica dei vattienti sui quali si potrebbero depositare i fluidi corporei». Inoltre, i vattienti, che quest’anno non hanno potuto superare le venti unità, hanno dovuto «utilizzare strumenti di uso strettamente personale, opportunamente igienizzati prima e dopo ciascun utilizzo e mantenere una distanza di almeno cinque metri da ogni altro praticante il rito» oltre agli «accorgimenti necessari per l’immediata personale disinfezione».

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