Gare d’appalto «ritoccate» per favorire una ditta piuttosto che un’altra e prestazioni in intramoenia senza il pagamento della quota spettante all’Azienda. Ruota attorno a questi due filoni investigativi, secondo quanto si è appreso, l’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro che stamani ha portato a numerose perquisizioni nei confronti di medici, dirigenti e personale amministrativo in servizio nell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Per quanto riguarda le gare d’appalto, l’ipotesi - che gli investigatori del Nas e della Guardia di finanza intendono chiarire - è che alcune ditte siano state favorite nell’aggiudicazione in cambio di regalie a dipendenti dell’Azienda. Inoltre le indagini mirano ad accertare se aziende farmaceutiche abbiano corrisposto somme di denaro per l'organizzazione di un convegno. Sul fronte dell’intramoenia gli accertamenti vogliono fare luce sulle modalità con cui veniva svolto il servizio. In particolare, l’ipotesi accusatoria è che i medici abbiano trattenuto l’intero compenso delle visite private, costringendo anche i pazienti a pagare le visite in contanti per evitare la tracciabilità. I pazienti sarebbero anche stati indotti a sottoporsi a visita specialistica preliminare senza che fosse necessario ma solo intascare il compenso. Irregolarità che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero avvenute con la compiacenza degli amministrativi dell’ufficio Alpi dell’ospedale che non sarebbero intervenuti per bloccare la pratica illecita ma anzi, è il sospetto, si sarebbero prodigati per facilitarla.
Occhiuto: "Serve azione rigenerativa eccezionale"
«Seguo con attenzione le indagini coordinate dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, nell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Dall’inchiesta emergerebbero ipotesi di reato relative a peculato, concussione, corruzione, turbativa d’asta e truffa da parte di primari, dirigenti di struttura, personale amministrativo e professionisti esterni. Reati che qualora venissero accertati disegnerebbero un quadro allarmante». Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. «È evidente che il nostro sistema sanitario, come dimostra anche l’inchiesta di pochi giorni fa all’ospedale di Locri - prosegue - merita un’azione rigenerativa eccezionale, sotto ogni profilo: organizzativa, strutturale, ma soprattutto etica. È anche evidente che per anni, tra le maglie della sciatteria politico-istituzionale, sacche di potere e malaffare si sono insinuate più facilmente nella sanità calabrese, a più livelli, provocando squilibri drammatici». «Ora basta. Non possiamo più consentire - conclude Occhiuto - che questo si ripercuota a danno del diritto alle cure e alla salute dei calabresi. Lo sforzo che ci attende nella riforma del settore sanitario è titanico, ma spenderemo ogni energia affinché alla fine del mio mandato la Calabria possa avere una sanità degna di un Paese civile».
Caricamento commenti
Commenta la notizia