«Tutti i collaboratori di giustizia informati dei fatti del lametino sono stati espressamente tutti compulsati su questa vicenda. Ma ci sono dei punti oscuri assolutamente poco comprensibili, poco chiari. È stato un duplice omicidio del tutto anomalo, per come è stato realizzato, per quando è stato realizzato e per l’epoca in cui lo stesso si è collocato, all’inizio di una sanguinosa guerra di mafia. Non possiamo nemmeno dire oggi che sia stato un omicidio di mafia». Ha riportato tutti alla dura realtà il pubblico ministero Santo Melidona, che ieri mattina è intervenuto alla manifestazione in ricordo delle vittime di mafia della città di Lamezia, in rappresentanza della Procura della Repubblica lametina. Il magistrato ha infatti spiegato che riaprire il caso sui due netturbini uccisi a Sambiase 32 anni fa è molto difficile, in quanto bisogna disporre di materiale utile alla riapertura del caso. E questo significa avere nuove prove o testimonianze. “Se non c’è un contributo serio da parte di un collaboratore di giustizia - ha spiegato Melidona – si può riaprire il caso, altrimenti significa solo spettacolarizzare la vicenda davanti all’opinione pubblica. Se si aprisse una nuova pista, saremo seri nel percorrerla”. Una vicenda oscura, come ha evidenziato il magistrato, che ha lasciato i familiari delle vittime in uno stato di angoscia e sofferenza. Una vicenda che non ha trovato ancora giustizia. Dopo due anni dal duplice omicidio, la Corte d’Assise assolse Agostino Isabella, unico imputato per il delitto, riferendo della situazione amministrativa dell’epoca, parlando di «macroscopici favoritismi attuati mediante evidenti violazioni di legge”. Da qui la richiesta alla Dda di Catanzaro di riaprire il caso e scoprire i mandanti e gli autori di questo duplice efferato omicidio. Una richiesta avanzata anche dal sindaco Paolo Mascaro che, parlando “al cuore e alla coscienza di chi può cambiare il corso della storia e della propria vita”, può riferire, “sia esso pentito o non pentito”, qualcosa su questa vicenda. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro