Nitida, elegante, in bilico tra suggestioni metafisiche e iconografia magno-greca, la mostra personale dello scultore lametino Antonio Saladino ha aperto i battenti nei saloni del prestigioso museo Marca di Catanzaro, dove resterà fino al 19 gennaio, promossa dall’Amministrazione provinciale presieduta da Sergio Abramo e dalla Fondazione Rocco Guglielmo. Ceramista e pittore riservato e schivo, Saladino esprime nell’esposizione, curata da Teodolinda Coltellaro e intitolata ”Reperti contemporanei”, la sua visione poetica dell’arte, impregnata di grande sensibilità e umanità, un tratto che traspare nella selezione composta da oltre cinquanta opere in ceramica, impreziosite da patine e inserti policromi che spiccano sul raffinato, arioso biancore delle forme curvilinee. A cavallo tra archeologia e invenzione onirica, l’atmosfera classicheggiante che avvolge ciascun manufatto è accentuata dai mezzi busti, cammei, maschere e formelle ispirati alla mitologia greco-romana. Ai busti acefali, in particolare, sembra riferito il titolo “Reperti contemporanei”, una sorta di ossimoro concettuale giocato sull’infinita estensione temporale dell’arte, molto apprezzato anche dal direttore del museo, Rocco Guglielmo, sensibile alle contaminazioni dei linguaggi espressivi e impegnato a valorizzare i talenti e le eccellenze locali in un contesto ormai stabilmente inserito nei grandi circuiti nazionali. “Alcune sculture di Saladino - osserva Guglielmo - sono vere e proprie urne che il pubblico dovrà scoprire potendo interagire con esse, altre sono forme antropomorfe che offrono all’artista un pretesto per il messaggio e le istanze che vuole comunicare e consegnare alla storia”.