"Ho perso il filo", in arrivo al Teatro comunale di Catanzaro lo spettacolo di Angela Finocchiaro
Un’Angela Finocchiaro inedita si mette alla prova con linguaggi espressivi mai affrontati prima per raccontarci con la sua stralunata comicità e la sua elegante ironia un’avventura straordinaria che diventa una commedia, una danza, un gioco, una festa.
È “Ho perso il filo” il nuovo divertentissimo spettacolo di Angela Finocchiaro che arriverà venerdì 22 marzo alle 21 al Teatro Comunale di Catanzaro, coorganizzato dalla Show Net di Ruggero Pegna con l’Associazione Teatrale “I Vacantusi”, nell’ambito dei rispettivi “eventi storicizzati” che vedono la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria.
Il nuovo spettacolo della Finocchiaro, concepito dalla stessa attrice insieme a Cristina Pezzoli e Walter Fontana, che ne ha scritto il testo, è firmato da Hervè Koubi per le coreografie originali, dall’ex Pfm Mauro Pagani per le musiche e da Giacomo Andrico per le scene; le luci sono di Valerio Alfieri, mentre la regia è di Cristina Pezzoli.
In scena, insieme alla protagonista dello spettacolo, le “Creature del Labirinto”: Michele Barile, Giacomo Buffoni, Fabio Labianca, Alessandro La Rosa, Antonio Lollo, Filippo Pieroni, Alessio Spirito.
Nei panni di un’eroina pasticciona e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all’ultimo, Angela Finocchiaro si presenta sul palcoscenico come un’attrice stufa dei soliti ruoli: qui sarà Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro. Affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita e parte.
Una volta entrata nel Labirinto, però, niente va come previsto. Viene assalita da strane Creature, un misto tra acrobati, danzatori e spiriti dispettosi, che la circondano, la disarmano ma soprattutto le tagliano il filo che le assicurava la via del ritorno. Ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farglielo ritrovare. Passo dopo passo, superando trabocchetti e prove di coraggio, con il pericolo incombente di un Minotauro affamato di carne umana, Angela viene costretta a svelare ansie, paure, ipocrisie che sono sue, come del mondo di oggi, e a riscoprire il senso di parole come coraggio e altruismo. Alla sua maniera naturalmente, come quando, di fronte ai ragazzi ateniesi che la implorano di salvarli dal Mostro che li sta già sgranocchiando, promette firme e impegno sui social; o come quando è sottoposta a una sfida paradossale dal vero Teseo, sceso di corsa dalle vette del mito, indignato perché la sua interprete difetta delle necessarie qualità eroiche. Il Labirinto è un simbolo antico di nascita, morte, rinascita. Anche Angela, dopo aver toccato il fondo, riuscirà a ritrovare il filo e con esso la forza per affrontare il Minotauro in un finale inatteso, che si trasforma in una festa collettiva coinvolgente e liberatoria.