E' un esempio di "Yarn bombing" che coniuga l'antica bravura nell'arte del merletto e del filet delle donne arbereshe alla modernità dell'arte da strada. Quello allestito in una piazza del piccolo centro albanofono dell'Alto Crotonese, è un albero dei rosari, la sua luce bianca rischiara la notte silenziosa e solitaria della piccola comunità arbereshë di Carfizzi. Non c’è donna, nonna, mamma e figlia, che non abbia donato un merletto o un pizzo in filet bianco per ricoprirlo. Lavori antichi che raccontano storie, ognuna diversa.
L’albero, nel suo abito scintillante, diventa speranza e faro. I filati che compongono il suo mantello diventano un fil rouge tra Carfizzi e i suoi figli lontani. I pochi abitanti rimasti del piccolo borgo, affidano alla sua luce calda un pensiero che attraversa tutta l’Italia e valica le Alpi.
L’albero è collocato a metà strada nella via principale, “te kona”, del paese. Kona= icòna: come le tante immagini sacre protette da edicole, ormai erose dal tempo, posizionate nelle vie di accesso al paese, un saluto a chi ritorna e a chi parte. Icona, un messaggio affidato all’immagine, al simbolo, appunto, dell’albero. Un abbraccio prezioso e caro, un saluto corale che parte da Hora, il paese, per raggiungere i cuori di chi vivrà questo Natale altrove, lontano dalle radici dell’albero dei rosari vestito di speranza.
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