In principio era il blu. «Dopo il Big Bang è nato il blu. Il colore per antonomasia. Primigenio e primario. E il “suono” di un colore primario è puro e totale. Poi il blu è diventato l’invisibile colore dell’aria e dell’atmosfera. Mi appartiene e ci appartiene». Spiega così Cesare Berlingeri il titolo della mostra “Verso il blu” che sarà inaugurata stasera a Tropea nello storico Palazzo Santa Chiara, visitabile fino al 25 luglio. Una mega installazione composta da quaranta opere dell’artista di Taurianova, poderoso esempio di “arte ambientale” che dialoga con un contesto millenario, inerpicandosi sulle pareti dell’antico convento delle Clarisse con manufatti collocati fino a dieci metri di altezza.
Nicchie, ruderi, altari la cui origine sacrale appare “laicizzata” dalle misteriose strutture “piegate” e le forme geometriche che connotano il linguaggio di Berlingeri, artista schivo e colto, dal parlare quasi ieratico, come se la voce provenisse da spazi siderali. Lontani come il “blu oltremare” che domina il ventaglio cromatico di un’esposizione tutta giocata sul contrasto mozzafiato tra passato e futuro, romantiche rovine e figure astratte, altrettanto enigmatiche. Il blu oltremare, osserva Berlingeri, è un blu freddo che ricorda il cielo dei paesi nordici. Niente a che vedere con il mare di Tropea, che con questa mostra di grande potenza e raffinatezza marca la riapertura dei musei dopo la clausura pandemica e, insieme, il prestigioso riconoscimento di Borgo dei Borghi d’Italia.
Organizzata da Comune di Tropea, Fondazione Rocco Guglielmo e Archivio Cesare Berlingeri, l’esposizione curata dal collezionista d’arte e direttore del Museo Marca di Catanzaro, Rocco Guglielmo, cattura e interpreta la seduzione del bello, l’aristocrazia delle architetture e, soprattutto, il fascino esoterico degli antichi luoghi di culto. Un trend che negli ultimi decenni ha ispirato successi editoriali planetari.
Berlingeri, il pioniere dei dipinti piegati ritenuto il più innovativo esponente della pittura performativa apparsa in Italia nella seconda metà degli Anni Settanta, è impregnato di influenze e rimandi alla grande tradizione prerinascimentale. Non rompe con il passato ma lo rigenera e attualizza. «Ho scoperto il blu di Giotto a Padova, nella Cappella degli Scrovegni. Ho amato il blu di Prussia fatto con il lapislazzulo, più prezioso dell’oro. Allora nelle chiese l’arte parlava attraverso gli affreschi, il mio racconto passa dalle installazioni». Il percorso espositivo è una “rapsodia in blu” integrata da note rosse, gialle e verdi dai toni decisi, che si presta a molteplici letture. Ad esempio il gesto della piegatura, adottato da alcune culture relativamente recenti come quella americana nel rito della piegatura della bandiera, è un simbolo di fede e di speranza, così come la piegatura del sudario di Cristo è preludio di resurrezione. E la grande sfera istoriata, collocata sul pavimento di quel capolavoro di eleganza e rigore che è Palazzo Santa Chiara, può essere letta come un concentrato di metafore, dal ciclo della vita alla sfericità della terra.
Assimilato a sperimentatori carismatici come Mondrian, Malevic e Klein per l’uso dirompente della luce e del colore, Berlingeri inizia a dipingere giovanissimo. Nel ‘68 intraprende una serie di viaggi in Europa dove si confronta con la cultura contemporanea. A Roma, negli anni ’70, lavora per il teatro e la televisione come scenografo e costumista. Nel ’75 si tiene la sua prima personale a Firenze e nell'86 è invitato alla XI Quadriennale. I dipinti piegati vengono presentati al pubblico nel ’90. Per la Fondazione Mudima crea una grande installazione a parete dal titolo “Piegare la notte” (1994) e nel 1999 vengono presentati, oltre alle Piegature, dei piccoli dipinti su piombo.
Nel 2005 la Calabria si fa promotrice di due significative mostre. La prima nel Castello Aragonese di Reggio, la seconda a cura di Philippe Daverio, nel Complesso Monumentale San Giovanni, a Catanzaro. Nel 2012 la Fondazione Rocco Guglielmo, la Fondazione Rotella e la Vecchiato Art Galleries organizzano a Catanzaro, presso la Casa della memoria e la chiesa di Sant’Omobono, un’esposizione dal titolo Ghiacci ed ombre. Nel 2017 è a Miami con due personali e nel 2018 viene presentato prima a Palazzo Reale di Milano e successivamente al Chiostro del Bramante a Roma, Saldamente legato alla sua terra, resa magica dai colori del cielo e del mare come le sue opere, Berlingeri è un artista oltre le mode, le volgarità, i rituali, le sudditanze della “cultura” dominante, capace di guardare la realtà con occhi limpidi e nuovi. Occhi blu, ça va sans dire.
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