La città ha voglia di rimettersi in gioco ed anche se resta ancora da sciogliere il nodo sulla proroga dei commissari, si inizia a respirare voglia di rinnovamento, o forse di riscatto. Del resto il Consiglio sciolto per infiltrazioni mafiose ha “macchiato” l’orgoglio di numerosi napitini. E nell’attesa dell’udienza del prossimo 20 ottobre per la trattazione di merito del ricorso proposto da alcuni ex assessori ed ex consiglieri, si cerca di guardare avanti, alle prossime amministrative.
A Pizzo circolano già i primi nomi ed è partito il toto-sindaco. In sei sarebbero disposti a metterci la faccia: Franco Procopio, Sharon Fanello, Gennaro Muratore, Holmo Marino, Carmen Manduca e Renato Grillo. «Fa piacere leggere i nomi di chi vorrebbe gestire l'Ente – sostiene Francesco Scuticchio (Risveglio ideale) – e sono davvero felicissimo di constatare tanto interesse, a dispetto di chi dice che la politica a Pizzo è morta. Basti pensare che per 6 liste occorrono 78 candidati. Numeri importanti che lasciano pochi dubbi. Non resta che augurare un “in bocca a lupo” a tutti».
Gli aspiranti
Tra gli aspiranti alla carica di sindaco il primo a rompere gli indugi è Gennaro Muratore: «Sono pronto ad affrontare questa avventura e a spingermi sono state le tante persone che mi stimano e sanno che mi spenderei tantissimo per la città che amo. Stiamo allestendo la “squadra” che riteniamo all’altezza del compito. Sappiamo che le casse in rosso possono frenare ma puntiamo a sanarle attraverso le risorse che Pizzo ha, dal turismo, ai parcheggi, alla tassa di soggiorno sino ai beni monumentali; sicuramente briciole rispetto al debito ma vogliamo rendere una città vivibile per i pizzitani e accogliente per i turisti».
Ha le idee chiare anche Franco Procopio. «Potrei essere pronto a candidarmi – sostiene – se c’è una squadra che voglia affrontare seriamente i problemi. Ci vogliono 13 “sindaci” perché occorre creare una sinergia con la cittadinanza e la sua parte sana. Pizzo ha il freno a mano sollevato per via della situazione finanziaria. Per risolvere i problemi serve coraggio, rompere gli equilibri con la malapolitica, quella dei compromessi. Io ne ho sempre preso le distanze e la mia storia lo dimostra (si dimise prima nella consiliatura Falcone e poi in quella Callipo ndc). Faccio un invito agli altri candidati: smettiamo di fare le prime donne, sediamoci ad un tavolo e decidiamo assieme».
Non ha ancora sciolto le riserve Holmo Marino: «Mi hanno chiesto di rappresentare i partiti a Sinistra del Pd, compreso qualcuno che si è allontanato dall’area dem, nonché amici e conoscenti (e non solo di Sinistra). Lo considero un forte attestato di stima ma non ho ancora accettato. Del resto non è una decisione da prendere alla leggera. Mi sono preso del tempo: dietro non c’è paura ma la riflessione che merita la questione. Si tratta di un impegno serio».
Caricamento commenti
Commenta la notizia