Fede e tradizione hanno fatto rivivere l’antico rione Monastero, che ieri è stato animato dai festeggiamenti in onore di San Sebastiano. I monterossini sono antropologicamente legati a questa ricorrenza, in quanto essa segna la storia religiosa del luogo. Infatti, quella che pare sia stata la prima chiesa del paese, sita nei pressi della torre Capana, era proprio intitolata a San Sebastiano; la chiesa venne distrutta dal catastrofico terremoto del 1783 e la statua del Santo martire fu trasferita nella chiesa del Carmine (ubicata presso il rione Monastero), dove ancora oggi si trova. Proprio la chiesa del Carmine ha ospitato le celebrazioni religiose per San Sebastiano, iniziate con il Novenario di preghiera e culminate ieri con la solennità eucaristica, la distribuzione delle ostie tipiche della festa e la processione per le vie del paese. Oltre che dalla forte devozione, la festa di San Sebastiano è storicamente caratterizzata dai momenti ludico-ricreativi, organizzati dagli abitanti di rione Monastero e ispirati ai costumi popolari: tali tradizioni furono fortemente sentite e proposte fino alla prima metà del ‘900. Con il passare dei decenni, come purtroppo avviene per molte tradizioni, anche il “Sebastiano popolare” andò affievolendosi fino a scomparire: ciò a causa soprattutto dello spopolamento del borgo. Nel 2007, la festa di San Sebastiano venne ripresentata su iniziativa di un gruppo di giovani e di alcuni abitanti di rione Monastero. Animati dall’amore verso il paese ed il suo patrimonio culturale, gli organizzatori si impegnarono alacremente nel curare ogni sfaccettatura della festa. Fu ripreso il banchetto conviviale, con la preparazione dei piatti tipici; vennero ripristinati i giochi popolari, quali la corsa con i sacchi, la gara della pasta, il gioco delle pignatte, la gara dell’uovo e il salto del gallo; furono riproposti canti e balli folcloristici. La manifestazione attirò una gran folla, proveniente non solo da Monterosso ma anche dagli altri centri del circondario. Il risultato fu un grande successo. Da allora l’evento rappresenta un appuntamento immancabile. Anche quest’anno la manifestazione, curata dal gruppo “Upa-Giovani in festa”, ha visto una grande partecipazione, nonostante il rischio pioggia. In centinaia si sono ritrovati per degustare pasta e ceci, frittelle di zucca e buon vino locale, nonché per cimentarsi nei giochi e nei balli popolari. Per San Sebastiano festeggiamenti "straordinari" ieri anche a Pizzo Calabro, dov’è stata riportata in auge la processione, la cui tradizione si era interrotta nel 1962. Da militare romano e martire (per aver sostenuto la fede cristiana) San Sebastiano è da sempre il patrono dei Vigili urbani e dei militari in genere, e le agenti della Polizia municipale di Pizzo, Santa Musolino (attualmente responsabile del settore) e Concetta Cutuli, ieri hanno presenziato tanto alla funzione religiosa che, operativamente, precedendo e seguendo il corteo. A seguire la manifestazione che si è snodata tra le vie cittadine, anche il comandante della stazione dei Carabinieri Pizzo, il maresciallo Carmine Cesa. Come prevedibile c'era tanta attesa per la processione, dopo il lungo fermo di mezzo secolo; San Sebastiano è ritornato così tra le vie cittadine, lasciando la nicchia che occupa nell'omonima chiesa, seguito da un numeroso seguito, in netto contrasto con gli ultimi anni passati. In base a quello che i fedeli ricordano, infatti, 57 anni fa la processione fu interrotta proprio per la mancanza di fedeli al corteo: erano decisamente in pochi oramai a seguire il simulacro, tanto che il sacerdote ed il direttivo della Confraternita del tempo preferirono interrompere il rito, accontentandosi di far esclusivamente scendere la statua e collocandola ai piedi dell'altare. Dunque, dopo 57 anni il direttivo dell'Arciconfraternita del Ss. nome di Maria, guidato dal priore Francesco Bellezza, ha deciso di onorare il Santo riportandolo anche tra le vie cittadine. In testa alla processione i direttivi delle confraternite, seguiti dal padre spirituale dell'Arciconfraternita del Ss. nome di Maria, don Salvatore Santaguida che, nel pomeriggio ha altresì celebrato la solenne funzione.