Una piazza virtuale per un incontro nazionale, organizzato dall’associazione “Prima la Comunità” che ha visto la partecipazione di 31 tra personalità e rappresentanti del mondo dell’associazionismo, del terzo settore, della politica e dei sindacati. È quanto è avvenuto dall’Adriano Community Center Progest di Milano attualmente operativo come “Covid Hotel”, un collegamento virtuale che ha unito simbolicamente l’Italia per lanciare un messaggio e un augurio perché “la sanità diventi a misura di persona e ponga l’accento sulla necessità di una rivoluzione di paradigma e si passi dalla sanità alla salute”.
Dalla Calabria, la voce di don Giacomo Panizza, vice presidente di Prima la Comunità. «La salute che vogliamo non è quella promessa nei periodi elettorali, nemmeno quella data come favore né quella esercitata in maniere passivizzanti. Vogliamo una Salute partecipata da istituzioni e popolazioni: dai decisori politici e dagli addetti ai lavori, da persone singole e dalle comunità.» Ma cos’è “Prima la comunità”? È un’associazione che promuove l’idea di salute intesa come bene comune. L’Associazione è l’approdo di un percorso iniziato nel 2014 dall’azione comune di Fondazione Santa Clelia Barbieri di Porretta Alto Reno Terme (Bologna) e Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani” di Milano. Le due realtà si sono impegnate in un percorso di riflessione sui concetti e le finalità che sono alla base dell’esperienza delle “Case della salute”. Negli anni l’azione comune si è estesa e ha coinvolto tante altre realtà di tutto il territorio nazionale, sia pubbliche che del privato sociale, le quali hanno dato vita a un vero e proprio movimento culturale con una forte valenza politica sul tema della salute realizzando via via pubblicazioni, appelli, documenti, incontri e seminari, iniziative legislative. Il 4 luglio 2020 il movimento si è formalmente costituito in Associazione.
«Con questa iniziativa vorremmo rafforzare, come auspicio per il nuovo anno, il messaggio di Prima la comunità, che chiede tra gli altri interventi per la medicina territoriale, a partire dall’istituzione delle "Case della comunità" e dalla sperimentazione di nuovi strumenti come i budget di salute di comunità – spiega nei saluti iniziali don Virginio Colmegna, presidente di Prima la comunità –. La Salute non ha potuto crescere nel paese perché non è potuta nascere. Ad esempio, in Calabria le Amministrazioni locali e i commissari nazionali hanno governato maneggiando la cassetta degli attrezzi della sanità ma hanno trascurato gli obiettivi di salute per i quali il comparto sanitario esiste, hanno eluso i determinanti sociali e culturali del diritto alla Salute, hanno eclissato la partecipazione democratica delle componenti operose della società». E ancora i temi centrali del dibattito sono stati: la privatizzazione strisciante della sanità e le proposte, arrivate da più parti, della necessità di un lavoro comune tra le istituzioni del territorio: Comuni, Aziende sanitarie, scuola, lavoro, cultura, enti del Terzo settore.
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