È partita questo pomeriggio dalla Basilica dell’immacolata la processione tra i quartieri della città del simulacro di San Vitaliano, patrono di Catanzaro. Il busto è stato collocato su un auto scoperta che ha fatto, per la prima volta, il giro dei quartieri di tutta la città, passando anche per la zona sud del capoluogo. La processione, scorata dagli agenti della Polizia locale, è partita dal centro storico e ha attraversato le zone a nord e sud della città, toccando i punti in cui esistono dei luoghi simbolo di sofferenza e anche di speranza. All’arrivo al cimitero di via Paglia c’era monsignor Francesco Isabello, vicario Foraneo Zona Nord. Dopo il passaggio dal Lungomare, il simulacro si avvierà verso il quartiere Pistoia dove alle 19 sarà celebrata la Santa Messa. In mattinata, alle 11, la messa solenne nella Basilica dell’Immacolata. «Catanzaro sta uscendo con difficoltà dall’emergenza coronavirus che, per intercessione dell’Immacolata e del nostro Santo Patrono, ci sta consentendo una progressiva ri-partenza, anche dal punto di vista delle manifestazioni religiose». Lo ha detto l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, nell’omelia per la festa di San Vitaliano, il patrono del capoluogo calabrese. «Dobbiamo riscoprire - ha proseguito Bertolone - il senso di sorellanza e fraternità proprio in questa ripartenza, che potrebbe essere occasione di scivolamento nell’inimicizia, nei contrasti. L’emergenza ha creato tante nuove fasce di povertà, aggravando la crisi della città che da anni ha un difficile quadro sociale e economico facendole perdere la sua antica identità di centro vitale. Catanzaro sta vivendo, come ogni altro centro tradizionale, una delicata fase di transizione, aggravata dalla mancata "ricucitura" tra le sue diverse anime: il centro storico sempre più svuotato di abitanti e occasioni di impresa, un quartiere marinaro che sta perdendo la sfida dello sviluppo turistico, la periferia sempre più slegata dal centro, il sud alle prese con forti fenomeni di degrado sociale e di malvivenza organizzata. Quello che oggi mi sento di suggerire - ha osservato l’arcivescovo di Catanzaro - è un grande progetto di sviluppo della città, la riscoperta di una identità perduta, un grande processo di ri-aggregazione delle migliori risorse della città per costruire un progetto di rinascita su obiettivi strategici di rigenerazione urbana. E’ questo sono in grado di farlo soltanto coloro che si sentono sorelle e fratelli tutti: non nemici con una lotta politica e non che non costruisce, ma demolisce. Le forze migliori della città - ha concluso monsignor Bertolone - superino le attuali divisioni e le differenze politiche che rischiano di far degradare definitivamente le condizioni della città per porsi al servizio di un progetto di sviluppo condiviso». FOTO SALVATORE MONTEVERDE