Domani ricorre il 78° anniversario dell’annuncio fatto dalla Madonna alla Serva di Dio Natuzza Evolo sulle opere, tra cui la chiesa dedicata al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, che sarebbero sorti a Paravati. Giusto qualche giorno prima di quella giornata particolare, esattamente il 14 gennaio, il canonico don Clemente Silipo, storico parroco della chiesa della Madonna degli Angeli, aveva benedetto le nozze della mistica con un giovane del luogo, il falegname Pasquale Nicolace, appena rientrato dal servizio militare. Il matrimonio era stato, invece, celebrato per procura, il 14 agosto del 1943, dal canonico della Cattedrale don Giacomo Mancuso. Nello stesso giorno in cui venne benedetta l’unione i due sposi andarono a vivere in una modesta abitazione, con il pavimento di terra ed il sottotetto di canne. Ed è proprio in questa casa, sita in via Umberto, che tre giorni dopo, alle tre del pomeriggio a Natuzza apparve – come la stessa mistica ha più volte raccontato ai suoi padri spirituali e non solo – la Vergine Maria con accanto Gesù e San Giovanni Battista. Nella ricostruzione fatta dal biografo di mamma Natuzza Valerio Marinelli, fisico nucleare e docente universitario emerito presso l’Università della Calabria, si racconta che «Natuzza non appena vide la Madonna disse: “Madonna mia, e come vi ricevo in questa casa di terra? Come vi ricevo in questa casa brutta?” La Madonna allora la confortò dicendole: “Non ti preoccupare, un giorno tu farai una casa per me, che si chiamerà “Cuore Immacolato di Maria, Rifugio delle Anime”. Natuzza a questo punto le chiese: “Ma dei vivi o dei morti?” E la Madonna le rispose: “Per i vivi e per i morti”». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro