Mentre dal nord dei Balcani soffiano venti di guerra, e le grandi diplomazie occidentali provano a scongiurare una guerra alle porte dell’Europa, i cittadini di ogni paese si schierano dalla parte della pace. Lo hanno fatto anche ieri sera, nella piazza centrale di Vibo Valentia, un nutrito gruppo di vibonesi che, sotto la bandiera iridata con i colori arcobaleno, hanno voluto organizzare un sit-in silenzioso contro ogni guerra. Ad organizzarla, una associazione di volontari, “Percorsi puliti”, che ha voluto manifestare così la propria contrarietà ad ogni forma di violenza tra i popoli. «La guerra fa male ai popoli – ha affermato Nicola Vinci, membro dell’associazione – e a deciderla sono in pochi. Noi ci sentiamo inquieti, impotenti, e ci rifacciamo all’esperienza del passato, quando la guerra è costata molto sangue per l’umanità. Non vogliamo che il mondo divampi in una nuova spirale di violenza cieca. Bisogna dunque reagire, non possiamo, anche se distanti, rimanere indifferenti». E mentre lentamente e silenziosamente, la piazza ha iniziato a riempirsi di manifestanti, ha fatto la sua comparsa anche il primo cittadino del capoluogo, Maria Limardo. «La nostra speranza – ha dichiarato il sindaco – è che soffino venti di pace. Non possiamo rimanere inerti e silenziosi, rispetto a quello che sta accadendo in Europa. In città, inoltre, vive una nutrita comunità ucraina alla quale va tutta la nostra solidarietà». Insieme a lei, anche Domenico Santoro, il consigliere comunale di opposizione, tra i sostenitori dell’iniziativa. «Credo fermamente che la guerra sia contraria all’indole dell’uomo – sono state le sue parole - ed è nostro dovere manifestare per la pace. Sono contento di vedere qui stasera tanta gente, e le autorità. E’ un buon segnale per Vibo, che non deve rimanere apatica e indifferente». A concludere il sit-in è stato monsignor Giuseppe Fiorillo, il quale, riuniti in cerchio i presenti, ha voluto esprimere parole di distensione e speranza, contro ogni forma di violenza e contro soprattutto ogni conflitto armato tra i popoli.