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Acquaro, i bambini dell’Istituto comprensivo dicono "NO" alla guerra FOTO

Una manifestazione silenziosa contro la guerra si è svolta stamattina in piazza ad Acquaro, dove i bambini dell’istituto comprensivo G. d’Antona, infanzia, elementari e medie, accompagnati da maestre e professori hanno stazionato insieme ai ragazzi del servizio civile  con i loro cartelli colorati per dire “no” alla barbarie della violenza bellica in Ucraina e invocare la pace. Guerra e pace. Due facce contrapposte della stessa medaglia che non possono coesistere contemporaneamente. O prevale egoisticamente l’una, provocando morte e distruzione. O prevale, come deve, l’altra e allora morte e disperazione lasciano spazio alla speranza e alla civile convivenza tra gli uomini. Questo i bambini, che finora hanno creduto che le due parole le potessero trovare solo sui libri, nel candore della loro tenera età lo comprendono. E comprendono che nel 2022 quelle parole, o, meglio, solo la prima, è sui libri che dovrebbe rimanere stampata, a rimarcare a chiare lettere le brutture di un conflitto, per evitare che si debba periodicamente ripetere. Mentre la seconda dovrebbe riecheggiare forte dappertutto, per poter godere della vita e della convivenza tra esseri umani nel pieno della loro prolifica bellezza. E “Pace”, con i classici colori dell’arcobaleno che la contraddistinguono, è stata la scritta maggiormente ricorrente sui cartelli di bambini e ragazzi. Mentre il monito lanciato sullo striscione con i colori della bandiera Ucraina dai ragazzi della terza “A” delle medie è stato che

“L’umanità deve mettere fine alla guerra, altrimenti la guerra porrà fine all’umanità”. E poi, ancora: “con la pace i figli seppelliscono i padri, con la guerra sono i padri a seppellire i figli”. Oppure: “in pace si vive senza uccidere, in guerra si uccide senza vincere”. Appelli e moniti che, insieme a tanti altri esposti stamattina in piazza, si aggiungono a quelli provenienti da tutto il mondo contro un conflitto che ha un senso, forse, solo nella mente di chi lo ha partorito ma che gli ucraini, che ne stanno soffrendo le tragiche conseguenze fisiche, economiche e materiali non comprendono affatto. Non lo comprende l’umanità intera perché è la guerra di per se a non avere avuto mai un senso logico. Un plauso, dunque, ai bambini e ragazzi dell’istituto comprensivo e ai giovani del servizio civile che da un piccolo paese della provincia di Vibo hanno dato il loro piccolo contributo contro la guerra. Un contributo che, unito a tanti altri sulla terra si spera divenga un urlo assordante che possa giungere alle orecchie di chi ha il potere di bloccare questa atrocità.

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