“Signore, Tu che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace…” (Papa Francesco). È stato questo lo stimolo, che ha guidato la preghiera degli scouts della Zona del Reventino che si sono ritrovati nella chiesa di San Benedetto, a implorare comunitariamente il Signore affinchè li supporti nel tentativo di individuare piste, sentieri e strade per un cammino di educazione alla pace delle nuove generazioni. Non solo per la guerra in Ucraina, che in questi giorni risuona a gran voce, ma anche per gli altri conflitti attivi nel mondo, magari meno mediatici in questo momento, ma pur sempre gravi, in termini di morti e distruzione si è implorata a gran voce la cessazione del fuoco, costruendo con l’utilizzo delle bandiere dei paesi che attualmente subiscono le violenze della guerra la parola “pace”. Canti e preghiere si sono susseguiti con ritmi tipici della catechesi scout, alternati dalle testimonianze toccanti di ragazzi e ragazze, somali, gambiani, scampati dalle atrocità della guerra, rifugiati e accolti nel progetto Sai/Siproimi Luna Rossa di Lamezia Terme e di una mamma ucraina accolta da una famiglia lametina, che senza esitare, sin dall’arrivo dei primi profughi ucraini, ha aperto le porte della propria casa. “Per essere operatori di pace ed edificare un mondo più pacifico”, - ha esortato l’assistente don Giuseppe Gigliotti, - “tutti dobbiamo partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati.” Per sancire l’impegno di ognuno ad essere seminatori di pace e costruttori di ponti, a cominciare dalla vita quotidiana, sulla scia delle parole della poesia di Talil Sorek, “Ho dipinto la pace”, tutti i presenti, bambini, giovani e adulti si sono “sporcati” le dita, lasciando la loro impronta per dipingere il simbolo della pace di mille colori. Alla fine dell’evento sono stati distribuiti dei semi di grano da piantare e curare, perché per essere buoni operatori di pace occorre la semina e anche la coltivazione con cura delle piante; solo allora si potranno raccogliere i frutti per assicurare un futuro di giustizia e di bene al mondo intero. Il comitato della Zona Agesci del Reventino ha voluto fermamente questo momento, accogliendo l’invito caloroso e appassionato del Santo Padre che ci ha chiamati alla preghiera per la pace quale sforzo del cuore per l’edificazione di una pace nell’ordine, nella giustizia e nella libertà” impegnandoci a fare tutto quello che possiamo, contrapponendo alla violenza delle armi, la forza mite della preghiera. La guerra, porta solo all’insofferenza per la diversità dell’altro; noi siamo per un modo nuovo di abitare la casa comune, di essere presenti gli uni agli altri con le proprie diversità, di sviluppare il bene comune dell’intera famiglia umana in pace con l’umanità e il creato.