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Avis Vibo, consegnate le benemerenze e le medaglie per i traguardi nelle donazioni

Dopo 2 anni di stop, causa Covid, l’Avis riprende a premiare i donatori per i traguardi raggiunti nella loro lunga “militanza” a favore della vita. Un’iniziativa che generalmente si svolge annualmente presso le sedi comunali, ma nell’ultimo caso è stata celebrata a margine dell’assemblea provinciale, nei giorni scorsi a Mileto. Dodici le benemerenze consegnate, con altrettante medaglie. Undici d’oro, per altrettanti volontari, che hanno “dato il sangue”, è il caso di dirlo, per la giusta causa Avis.

Per la comunale di Vibo: Michelangelo Alessandria; Giuseppe Cafaro; Carmela Cavarretta; Angela Cutrullà; Marianna Federici; Giuseppe Ingoglia; Antonietta Pontoriero. Per Arena: Francesco Ranieri. Per Filadelfia: Elisabetta Caruso; Carmela Dastoli; Elisa Masdea. Un plauso per aver dedicato tempo, e sangue, a una causa vitale. Si tratta di diciassette anni di volontariato benefico, nella migliore delle ipotesi, per il genere femminile, e di 12 per il genere maschile. Rimanere fedeli a questa impresa ha alla base l’immensa soddisfazione che si riceve: sapere di aver aiutato qualcuno senza pretendere nulla e senza sapere chi si è aiutato, che, comunque, gli sarà anonimamente sempre grato.

Primo tra i premiati è stato Nicola Baldo (Vibo), cinquantenne, agente, e referente dell’associazione, alla scuola di polizia di Vibo. Donatore da quando aveva 26 anni, ha raggiunto 88 donazioni (oro con rubino per le 75, la prossima sarà a 100). La prima volta nel 1998, per fornire piastrine al giovane Salvatore che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Ma Nicola ha capito che donare era straordinario: contribuiva a dare una speranza in più. Molte volte va bene. A volte meno. Ma chi dona ha fatto il suo. Spera di arrivare alle 120 donazioni e dedica il suo traguardo a Salvatore. A tutti i donatori, che non perdono occasione per dimostrare solidarietà all’Avis, va la riconoscenza della presidente provinciale, Caterina Forelli, che da anni dà anima e cuore all’associazione, grata a coloro che ne sposano la causa: offrire un po’ di sé per aiutare chi ha necessità di riceverlo. «Donare il sangue - sottolinea la Forelli - garantisce terapie salvavita per migliaia di persone, perché il sangue non si fabbrica in laboratorio. Lo “producono” i donatori con il loro piccolo gesto, che non costa nulla ma ha un valore immenso».

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