Dasà, incoronata la statua del Cristo risorto con la nuova raggiera benedetta da papa Francesco
Commossa, appassionata e partecipata domenica del Signore a Dasà, dove, durante una santa messa presieduta da monsignor Attilio Nostro in largo San Giovanni, si è svolta l’incoronazione della statua del Cristo risorto con la nuova raggiera, benedetta da papa Francesco nell’udienza di mercoledì scorso e realizzata dal maestro orafo Michele Affidato fondendo i monili donati dai fedeli. Sul significato dell’eucarestia come segno del dono fatto da Cristo attraverso il pane e il vino, il suo corpo e il suo sangue, si è concentrato il vescovo nella sua omelia. Ringraziando Affidato per la raggiera l’ha definita come «frutto del lavoro che tutti avete contribuito a realizzare donando non solo il vostro oro ma i vostri ricordi e affetti. Questo vuol dire essere comunità». Michele affidato ha ricostruito la cronistoria dei fatti che hanno portato alla raggiera, dalla consegna, nel 2019, del premio ‘ncrinata, quando il parroco e il sindaco gli esternarono la volontà di eseguire la corona, cui seguì, l’anno successivo, l’incarico effettivo, con l’avvio della progettazione e, nel novembre scorso, la fusione in chiesa dell’oro offerto dai fedeli. Realizzata interamente a mano l’opera è impreziosita da 8 pietre di topazio azzurro naturale, 4 a taglio tondo sfaccettato e 4 a taglio ovale mentre ai quattro lati sono raffigurati in rilievo il monogramma di Cristo, il monogramma eucaristico, l’agnello con la croce e il sacro cuore. «Un lavoro - ha detto Affidato - in cui ho voluto esprimere tutte le mie qualità artistiche, realizzandolo con cure minuziose, come atto di fede e ringraziamento a Maria e suo figlio per il dono datomi nel creare opere d’arte sacra». Indi il maestro orafo ha affidato la corona al Vescovo, il quale l’ha posta sul capo della sacra icona, tra gli applausi dei presenti. Assente per “una nobile causa” il sindaco Raffaele Scaturchio ha rappresentato l’amministrazione, di cui ha portato saluti e ringraziamenti, il presidente del consiglio Elio Mangiardi, che ha parlato delle emozioni vissute dalla comunità, prima con la benedizione del papa e poi con l’incoronazione alla presenza del vescovo. Mangiardi ha poi letto il messaggio del sindaco, in cui lo stesso si rammaricava dell’assenza, motivata da una nobile causa, come detto: il fatto di trovarsi a Reggio per eseguire i preliminari occorrenti alla donazione, domani, del midollo osseo che servirà, si spera, per salvare una vita umana. In una giornata che è stata definita storica per il paese l’annuncio di un gesto che rende onore alla sensibilità di Raffaele Scaturchio. Ha fatto le conclusioni don Bernardino, che ha parlato di «un giorno di festa in cui, con la sua incoronazione, questa comunità riconosce il Cristo risorto come suo Signore e suo Dio, un faro di luce consolante che orienta il nostro cammino nel periodo di smarrimento e desolazione che stiamo vivendo». L’intervento si è concluso con un lungo elenco di ringraziamenti, prima della breve processione finale verso la chiesa.